50esimo anniversario della nascita delle Regioni italiane

Italia, richiesti “tempi certi per il regionalismo differenziato”

Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza dei maggiori enti pubblici territoriali della Penisola, spinge perché acceleri l’iter della legge quadro sull’autonomia

L’autonomia rafforzata s’ha da fare, senza se e senza ma, e non può essere ulteriormente rinviata. Un importante appello all’Italia intera, ma soprattutto ai parlamentari, è stato lanciato il 7 ottobre scorso da un pulpito particolarmente autorevole, quello del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome.

Italia, la legittima attuazione dell’autonomia differenziata

In un’audizione alla Commissione per le Questioni Regionali della Camera dei Deputati, Stefano Bonaccini ha infatti valutato positivamente la legge quadro sul regionalismo differenziato, ma “a patto che si svolga con garanzie temporali: non vorrei trovarmi fra quattro anni e mezzo, alla fine della mia seconda legislatura, allo stesso punto perché faremmo ridere il Paese”.

Affievolimento del ritmo dei lavori parlamentari 

“Gli ultimi mesi”, ha detto il “governatore” della Regione Emilia-Romagna, che guida l’organo di coordinamento dei maggiori enti pubblici territoriali della Penisola, “hanno portato a una nuova centralità del regionalismo e a un rafforzamento dei luoghi di collaborazione. Il presupposto necessario è il superamento dei criteri di spesa storica verso i fabbisogni standard. La definizione dei livelli essenziali della prestazioni è propedeutica a ogni discussione”.

Logotipo della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
Logotipo della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome

Ribadendo il sostegno alla legge quadro che definisce “un quadro di principi e norme di carattere generale, che da un lato mettano in sicurezza le prerogative del parlamento, e dall’altro assicuri l’esigibilità dei contenuti negoziati tra governo e Regione”, Stefano Bonaccini ha sottineato che “l’iter parlamentare si è affievolito nonostante l’unanime consenso delle Regioni, poi il divampare della crisi pandemica ha comprensibilmente collocato il tema in secondo piano”.

E comunque sul tema dell’autonomia e del regionalismo differenziato, “mi aspetto che nelle prossime settimane ci sia un’accelerazione di tutto il percorso: l’ho chiesto a nome dei colleghi al ministro Francesco Boccia”.

Sacri gli accordi fra Governo e… governatori

“Un punto di mediazione importante”, ha aggiunto il presidente della Conferenza che raggruppa i più importanti organi pubblici territoriali di rango costituzionale, “è quello del coinvolgimento del Parlamento: da un lato, troverei curioso che le Camere stravolgessero un accordo firmato fra governo e singola Regione, ma anche poco educato che il Parlamento non possa entrare nel merito. Serve un quadro che dia garanzie, omogeneità e certezza delle risorse. Questo indipendentemente dalla richiesta di autonomia differenziata, che alcune regioni non hanno mai chiesto e forse non chiederanno mai”.

Italia, perché l’autonomia differenziata “è” la Costituzione

Parlando poi del processo riformatore che andrebbe innescato, Stefano Bonaccini ha concluso sottolineando “che bisognerebbe andare al superamento del bicameralismo paritario e nella mia idea di un rapporto più virtuoso tra territorio, non solo Regioni ma anche Comuni e Province, ci sarebbe quella di una Camera che li rappresenta a differenza di un’altra che rimane l’unica legislativa”.

Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Emilia-Romagna
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Lombardia
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Veneto