Gianluca Tirozzi di bitCorp nel salotto del proprio ufficio in Galleria del Corso a Milano

Gianluca Tirozzi: “Così bitCorp conquisterà il metaspazio!”

Confronto con il cofondatore di una startup d’avanguardia nel settore dell’informatica di sicurezza, al lavoro su un PC quantistico “low cost”

Nato a Firenze nel 1975, con un dottorato di ricerca in Scienze Sociali Applicate conseguito presso l’Università di Roma la Sapienza con il massimo dei voti, Gianluca Tirozzi è una figura poliedrica.
“Mi sono occupato di intelligence ed antiterrorismo in Italia e all’estero in nome e per conto dello Stato per oltre vent’anni, con lunghe permanenze in Mauritania, Marocco, Tunisia e Somalia”, dice.
Profondo conoscitore delle culture pan-islamiche e della lingua araba, è altresì amante dell’arte contemporanea e della musica rock. Collabora con “Rivista Marittima”, periodico scientifico divulgativo della Marina Militare e ha diverse pubblicazioni scientifiche al proprio attivo, fra cui una monografia da fonti inedite sul terrorismo, “D’incanto il terrore – storia di combattenti e pazzi furiosi”, edita da ACAR, e un romanzo, “Mai più”, edito da Arduino Sacco.
Nel 2018, unitamente a Christian Persurich, ha fondato la società bitCorp, “nel tentativo di colmare quei gap tecnologici che limitano l’azione d’intelligence e di polizia nazionale a causa di una scarsa attenzione al settore sia da parte della comunità scientifica che del mondo dell’impresa tricolore”.

La presentazione del sistema di protezione “Zadig” di bitCorp
Il “brand manuale” di bitCorp fondato da Gianluca Tirozzi e Christian Persurich (in lingua inglese)

Christian Persurich, CEO di bitcorp, durante la cerimonia conclusiva del Premio Start Up e PMI Innovative il 18 settembre a Zurigo
Christian Persurich, CEO di bitCorp, durante la cerimonia conclusiva del Premio Start Up e PMI Innovative il 18 settembre a Zurigo

Qual è il vostro rapporto con la Svizzera e perché avete deciso di aderire all’associazione Swiss Federalism?
“La Svizzera è un mercato strategico per chi si vuol proporre sulla scena internazionale, un esempio di multiculturalità e integrazione basate sul rispetto di regole comuni. Sedurre gli svizzeri significa offrire prodotti efficaci ed efficienti. Come dicevano i latini: ‘facere non loqui’…”.

Come descriverebbe la sua azienda? Che cosa può dirci in merito allo sviluppo di bitCorp? Quali ne sono la mission, i valori e la visione?
“Siamo un’avanguardia. Sul piano tecnologico siamo stati ad oggi, per citare alcuni dei traguardi raggiunti nei nostri primi tre anni di vita, la sola azienda italiana a sviluppare un Intrusion Detection Prevention System (IDPS) proprietario, a brevettare un sistema di comunicazione IT &Telco basato sul paradigma della Blockchain, a inventare una nuova metodologia di intercettazione telematica, al solo servizio dello Stato, che abbiamo denominato ‘ibrida’, su cui non possiamo fornire ulteriori elementi per le ragioni di riservatezza che il lettore ben comprenderà. Insomma, un laboratorio alimentato da grandi capacità e tante idee. I nostri ingegneri, matematici e crittografi, sotto la guida esperta dell’ingegner Gabriele Edmondo Pegoraro, il nostro CIO, una ne pensano e cento ne fanno, come si suol dire. Per me e il mio socio, Christian Persurich, è dunque imperativo metterli nelle migliori condizioni affinché nessuna idea brillante venga trascurata ed ogni secondo speso da loro in azienda sia un secondo soddisfacente ed ovviamente produttivo. Per questo stiamo cercando di strutturare bitCorp per linee esterne, attraverso acquisizioni strategiche, grazie anche alla grande fiducia accordataci dal sistema bancario nazionale e dall’Italia, attraverso le proprie agenzie per lo sviluppo. In questo modo potremo crescere rapidamente e recuperare le risorse necessarie a sviluppare quelli che sono stati percorsi di ricerca paganti, che ci hanno condotto ad un primato tecnologico che è oggi necessario mantenere. Se dovessi definire la mission di Bitcorp, la inquadrerei come un’azione di difesa dell’impegno di ciascun individuo, tutelando beni, privacy, integrità e buon nome delle persone, e di spinta verso il progresso della collettività, sviluppando nuove tecnologie informatiche a tutela di quello che oramai può essere definito il metaspazio”.

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Quali progetti avete in cantiere e in che cosa constano? Quali sono i prodotti di punta della vostra attività d’impresa e quali sono invece meritevoli di sviluppo?
“Il TEP, ovvero il Transport Encrypted Protocol, è forse il nostro progetto più ambizioso, quello su cui stiamo puntando di più nel lungo termine. Abbiamo ottenuto il brevetto e stiamo allestendo adesso un prototipo funzionante. Si tratta di un sistema di telecomunicazioni che sfrutta il paradigma della Blockchain per la sicurezza delle transazioni e la dematerializzazione circuitale per l’alleggerimento infrastrutturale e l’eco-sostenibilità. Idealmente, la portata dell’invenzione potrebbe permettere la creazione di un protocollo alternativo a TCP/IP in ambito IT e al GPRS in ambito Telco, garantendo un nuovo equilibrio, anche geopolitico, nel controllo delle operazioni in quei domini. Chiaramente lo sviluppo del TEP non permette ad oggi di sostenere l’azienda, che in esso sta investendo una grossa parte dei propri utili. La sussistenza aziendale e il continuo incremento dei fatturati, più 20 per cento nel 2021 rispetto al 2020 nonostante la crisi pandemica, è garantito dalla commercializzazione di Zadig, il nostro IDPS proprietario, attualmente in fase di POC con Poste Italiane. Si tratta di un sistema esperto di Intelligenza Artificiale capace di identificare le possibili minacce ad una rete, prevenirle, e avviare i processi di remediation. Estremamente versatile, si presta ad intervenire sia su reti business di dimensioni enterprise che su piccole reti domestiche, adottando impianti hardware di diversa portata, da server blade industriali ad un raspbarry PI. La medesima versatilità, abbinata all’uso di specifici sensori, permette di sfruttare Zadig anche al di fuori dello specifico settore informatico (IT), dunque in ambito OT e IOT. Al riguardo si citano i progetti Bitwaste e Bitwa: il primo deputato al monitoraggio del ciclo dei rifiuti, della differenziazione dei materiali di scarto e della tutela delle infrastrutture necessarie (dal bidone ai camion alla discarica); il secondo rivolto alla sicurezza degli snodi di transito passeggeri (aeroporti, stazioni ferroviarie ed autobus) e capace di scansionare gli astanti, riconoscendo somatiche di interesse (dall’individuazione di ricercati e latitanti alla semplice comparazione dell’immagine a corredo del documento con quella del suo latore). Infine, ci stiamo confrontando quest’ultimo anno con la computazione quantistica. Abbiamo già provato a realizzare un computer quantico low cost a ioni, grazie al sostegno della Regione Lombardia: purtroppo eravamo stati troppo ottimisti e, al termine dei collaudi, ci siamo resi conto che la strada è ancora in salita pur avendo ben chiaro il sentiero da battere. Certo è che con più risorse in termini di denaro accelereremmo non poco il raggiungimento di risultati così ambiziosi, la squadra c’è: ora ha bisogno di investitori lungimiranti”.

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Gianluca Tirozzi nel proprio ufficio accanto alla targa commemorativa degli anni di servizio al ROS dei Carabinieri
Gianluca Tirozzi nel proprio ufficio accanto alla targa commemorativa degli anni di servizio al ROS dei Carabinieri

Come riempie il suo tempo libero? C’è qualcosa che vorrebbe fare e che non ha ancora avuto l’opportunità di realizzare, il celeberrimo “sogno nel cassetto” personale?
“Durante il tempo libero amo stare con mia moglie, in assoluto la mia migliore amica, e i miei figli, che sono la mia vita. Uscire insieme per me è come bere acqua dopo aver corso: piacere puro. Viaggiamo tanto, ogni volta che possiamo, dal mare della Calabria alle montagne dell’Alto Adige. Amo anche molto leggere ed andare al cinema con mia madre: un appuntamento settimanale, altrimenti mi mette il muso, e che in tempo di COVID-19 si è trasformato nella visione di serie televisive al cardiopalmo. A quasi cinquant’anni posso dirmi soddisfatto: ho fatto tante esperienze molto particolari, occupandomi per oltre 20 anni di intelligence e terrorismo per conto dello Stato italiano, ho visto posti e conosciuto persone che potrei quantomeno definire ‘fuori dalle righe’, come racconto nel mio libro ‘D’incanto il terrore – storie di combattenti e pazzi furiosi’. Attualmente il sogno nel cassetto è veder affermarsi bitCorp e con lei il mio nuovo ‘me’ imprenditore, ovviamente insieme a Christian e ai ragazzi che ne rappresentano l’anima. Mi riempie di orgoglio l’aver saputo creare con il mio socio un ambiente così stimolante, animato di giovani professionisti, a partire dalla nostra elegantissima, tenace e talentuosa amministratrice Greta Scarpa, con brillanti percorsi di studio alle spalle che hanno scelto noi per crescere ulteriormente e consolidare i loro già ricchi bagagli di conoscenze. Per questo il mio sogno nel cassetto è veder diventare bitCorp grande, veder crescere in essa coloro che l’hanno già resa importante e che grande sicuramente la faranno: Greta Scarpa, Gabriele Pegoraro, Luca Piccirillo, Paola Turisi, Gabriele Piazzolla, Annunziata Laurenda, Aurelio Canino, Andrea Brancaleoni, Marilù Pagano, Marco Ferrarini insieme a tutti coloro che collaborano con noi dall’esterno”.

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La copertina del libro "D'incanto il terrore - storia di combattenti e pazzi furiosi" di Gianluca Tirozzi
La copertina del libro “D’incanto il terrore – storia di combattenti e pazzi furiosi” di Gianluca Tirozzi

Che cosa pretende dai suoi collaboratori e dagli amici? Quali atteggiamenti le danno maggiormente fastidio e quali invece apprezza nel prossimo? È una persona tollerante oppure perdona difficilmente un’incomprensione o uno sgarbo? Quali “sanzioni” o meccanismi premiali adotta, nel caso?
“Non amo pretendere dalle persone, preferisco chiedere, convincere, persuadere, tollerare. Se proprio non riesco a conciliare, allora prendo le distanze. Sia i collaboratori che gli amici me li sono scelti e per questo non esprimono la ‘graniticità’ di chi non accetta confronti e dialogo, apertura chiave per l’incontro di differenti esperienze e per evitare le pretese. Ci sono poche cose che mi danno fastidio, tra queste sicuramente la peggiore è la mancanza di compassione verso gli altri. Non saper vedere il prossimo con occhi compassionevoli è una delle prove inconfutabili di stupidità: la vita è come un viaggio in autostrada, non saprai mai come andrà il viaggio fintanto che non sarai arrivato. Nel prossimo apprezzo il coraggio e la lealtà, due doti che caratterizzano il mio socio Christian Persurich. Con lui ci conosciamo e siamo amici da oltre venticinque anni, dai tempi della Scuola Marescialli dei Carabinieri e poi insieme al ROS a contrastare la minaccia eversiva: lui per me è il fratello che non ho, prima che il miglior socio che potessi desiderare per una intrapresa. Perdono sempre, sono profondamente persuaso dal messaggio cristiano e ritengo che la vita presenta a ciascuno fin troppi fardelli per aggiungerne io qualcuno per mero spirito di vendetta. Preferisco godermi un’esistenza sorridente che crogiolarmi nel rancore. Le ‘premialità’ per me sono manifestare amore e altruismo, per chi lavora con me e Christian ciò si traduce in ottima paga, libertà di espressione professionale e personale e tanta, tanta, meritata elasticità”.

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Christian Persurich, CEO di bitcorp, durante la cerimonia conclusiva del Premio Start Up e PMI Innovative il 18 settembre a Zurigo
Christian Persurich, CEO di bitCorp, durante la cerimonia conclusiva del Premio Start Up e PMI Innovative il 18 settembre a Zurigo

Quali sono il suo rammarico e il suo rimorso più grandi? C’è qualcosa che si è pentita di avere fatto o, al contrario, di non avere fatto, nella vita così come nella carriera? Perché?
“Non ho grandi rimorsi o rammarichi, da un lato sono stato fortunato e dall’altro sono un ottimista per natura vedendo il bicchiere sempre mezzo pieno. Tutto ciò che ho fatto, errori e fallimenti compresi, che quasi per tutti sono decisamente di più di quelle che riteniamo essere le ‘vittorie’, mi ha reso ciò che sono oggi: un uomo che si stima e si piace. Mi diletto a pensare di essere un uomo buono”.

Come è stata la Sua esperienza come finalista del Premio internazionale per Start-Up/PMI Innovative “Swiss Federalism, GCBL e Milton Friedman”, che si è tenuto a Zurigo il 18 Settembre 2021?
“Io l’ho vissuta con grande entusiasmo dai racconti di Christian (Persurich, ndr), che è stato ospite nella bellissima Zurigo, mentre io mi trovavo nel Corno d’Africa per lavoro. Ricevere un riconoscimento svizzero è per noi fonte di grande soddisfazione, una medaglia al petto che ci incoraggia a battere la rotta intrapresa, ove fare azienda è soprattutto proporsi come modello di sviluppo, di governance dei talenti e di costruzione di una comunità”.

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I fondatori di bitCorp, Christian Persurich e Gianluca Tirozzi, con un detective del Dipartimento di Polizia di New York
I fondatori di bitCorp, Christian Persurich e Gianluca Tirozzi, con un detective del Dipartimento di Polizia di New York

Come vede l’evoluzione del mercato in cui operate e i rapporti con la concorrenza?
“A differenza dei mercati tradizionali e meno dinamici in termini di innovazione, il mercato della cyber security esprime una dicotomia sbilanciata tra ‘chi ha’ e ‘chi fa’, ove i primi sono decisamente di più dei secondi. Circostanza comprensibile data l’esplosione improvvisa del settore negli ultimi dieci anni e l’imponente giro di affari da conquistare, tale da giustificare l’ingresso del capitale sin da subito nel settore con la sua tipica voracità. Spesso, infatti, assistiamo alla conquista di grosse fette di mercato da parte di aziende che poco hanno da offrire dal punto di vista tecnologico in sé, ma che garantiscono business continuity e strutture. Ciò succede perché questo tipo di realtà sono il frutto di operazioni costruite a partire dal capitale per poi giungere alla tecnologia. Infatti, al manifestarsi dell’esigenza esse vanno alla ricerca del contenuto tra chi invece affronta il mercato, come bitCorp, partendo dalla tecnologia per poi giungere al capitale. Non vuole essere una critica a quel tipo di approccio al mercato, diciamo un legittimo approccio finanziario. Ci siamo imbattuti in diverse realtà di questo tipo e devo dire che molte di queste operano una ricerca seria di talenti e tecnologie, collaborando con grande rispetto con noi piccole e giovani realtà nonostante dei rapporti di forza assolutamente sbilanciati. Stessa cosa la si è constatata quando ci si è imbattuti in realtà nate agli albori del concetto di cyber: colossi consolidatisi con anni di ricerca, lavoro e successi. Questo tipo di atteggiamento da parte anche delle multinazionali del settore, alcune delle quali ci hanno pregiato di venirci a visitare a Milano dagli Stati Uniti e da Israele, insieme a grossi gruppi industriali italiani con cui sono ad oggi in essere proficue collaborazioni (ad esempio, Leonardo, Elettronica), è stato per me e Christian (Persurich, ndr) una vera rivelazione. L’averci cercato, fatto lavorare ed instaurare un rapporto alla pari tra noi ed alcuni dei loro amministratori, cui rivolgerci per suggerimenti e consigli anche banali, fa ben sperare nell’evoluzione di una umanità, e non solo di un tipo di mercato, capace di puntare sempre più sulla solidarietà e sempre meno sulla competizione. Vincere sì, ma lealmente e soltanto se lo si merita”.

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Quali sono i rischi e le opportunità che vede nel futuro nel settore della cybersecurity , anche a livello geopolitico?
“Una delle maggiori opportunità di business in ambito cyber security è per me rappresentata dalla connettività globale, che accelererà i processi di amalgama culturale, offrendo un giorno pari opportunità ad un somalo e ad uno svedese. Per questo stiamo già sviluppando con Zadig il primo Social Security Network (SSN) così come lo abbiamo presentato quest’anno ad ITASEC. Infatti, lo sviluppo di modelli di Artificial Intelligence condivisi potrà permettere di inibire le nuove strategie di adversarial machine learning messe in campo dagli hacker per violare le nostre reti. E proprio gli hacker continuano a rappresentare la minaccia più temibile, specie in una società sempre più automatizzata e dunque sempre più vulnerabile ciberneticamente. Presto vi saranno hacker organici di gruppi terroristici, capaci di dirottare un treno a New York lavorando da una cantina di Gibuti. Circostanza che in un futuro prossimo potrebbe essere incentivata anche da potenze ostili pur di arrecare danni a beni, cose o persone. Proprio questo tipo di azioni, insieme allo spionaggio cibernetico, alle operazioni di soft power e condizionamento politico, economico o sociale svolte mediante la rete e i social media (si pensi allo scandalo di Cambridge Analytica) ed alle sempre più prossime operazione di cyber-war, rappresentano le minacce principali alla stabilità e alla sicurezza dei popoli. Nella nostra sezione divulgativa, chiamata News, sul sito www.bitCorp.it, abbiamo trattato spesso delle operazioni militari multidominio, capacità che assumerà sempre più il peso di un deterrente e dunque una nuova importante leva geopolitica per gli equilibri futuri”.

Il territorio e le istituzioni lombarde vi sono state di aiuto in qualche modo? La nascita in Italia ha complicato la genesi di bitCorp?
“Nonostante fossi anche io prevenuto dall’idea di un’Italia immobile e poco attenta all’iniziativa privata, dove fare impresa sia complicatissimo, mi sono dovuto ricredere. Dalla Regione Lombardia abbiamo ottenuto un incredibile sostegno finanziario, attraverso circa 300mila euro complessivi di aiuto a fondo perduto che, oltre a permetterci di sviluppare i nostri due prodotti, uno per la cyber security ed un altro per la cyber intelligence, ci ha anche messo in condizione di sviluppare un prototipo di computer quantico low cost, tuttora oggetto dei nostri studi, sostenendo dunque in modo importante la ricerca. Anche lo Stato centrale non è stato da meno, attraverso Invitalia, sia con il finanziamento ‘Smart & Start’ che con i voucher per l’innovazione con cui abbiamo pagato le consulenze per l’internazionalizzazione, EU, USA e India dei nostri brevetti in ambito Telco, ma anche come cliente principale di bitCorp in questi primi anni di startup. A proposito di brevetti, rimanemmo esterrefatti quando all’ottenimento, il 30 giugno 2020, del nostro brevetto denominato Transport Encrypted Protocol (TEP), un protocollo di trasmissione sicura dei dati che applica il paradigma della Blockchain alle telecomunicazioni, fummo convocati a Palazzo Chigi, il 9 luglio successivo, per spiegare l’invenzione al Presidente della cabina di regia Benessere Italia, professoressa Filomena Maggino. Insomma, una Regione attenta all’innovazione, la Lombardia, in un Paese evidentemente altrettanto attento. Anche il circuito bancario finanziario nazionale ci ha sostenuto in un modo in cui non mi sarei mai aspettato: in particolare Intesa San Paolo ci segue con grande attenzione e premura, avendo fornito ad oggi puntuale sostegno ad ogni nostra iniziativa anche in eventuali operazioni di acquisizione attualmente in fase avanzata di negoziazione”.

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Gianluca Tirozzi e il CIO di bitCorp, Gabriele Edmond Pegoraro, parlano di intelligence all'università
Gianluca Tirozzi e il CIO di bitCorp, Gabriele Edmond Pegoraro, parlano di intelligence all’università