L'esecuzione del cittadino Luigi Capeto alias Louis XVI di Francia il 21 gennaio 1793

La disumanità dei primi rivoluzionari germe delle catastrofi

Nell’anniversario della Révolution Française, è tempo di porsi domande storiograficamente serie su che cosa essa abbia realmente rappresentato

Le rivoluzioni, si sa, devono per forza essere violente: non sono un pranzo di gala e il loro corollario di morti e di soprusi ne rappresenta, per così dire, l’evidente biglietto da visita.
Tutte, nessuna esclusa, hanno preteso il loro tributo di sangue: che si sia trattato dei Cavaliers del 1649 o dei Barin del 1917.
Dunque, non è per le dimensioni del massacro che, oggi, la Rivoluzione Francese, andrebbe riletta e ricommentata: certo, si è trattato di un’ecatombe, ma il XX secolo ha visto massacri assai peggiori fatti in nome di un principio rivoluzionario.

Il meraviglioso (quanto irrealizzato) sogno dell’isonomia

Il processo pubblico al cittadino Luigi Capeto alias Louis XVI di Francia
Il processo pubblico al cittadino Luigi Capeto alias Louis XVI di Francia

La “modernità” di un’idea: i principi valgano più delle persone

Il punto è che proprio la Rivoluzione Francese ha dato il via all’idea, del tutto moderna, che i principi valgano più delle persone: che, in un certo senso, gli esseri umani siano semplicemente simboli, da abbattere o da esaltare, a seconda della loro collocazione politica o sociale.
Insomma, nel 1789 si è affermata, per la prima volta, la disumanità della rivoluzione. Non la crudeltà o la sanguinarietà: quelle esistevano già. Proprio la disumanità: la mancanza di sentimento nell’applicare la legge dello sterminio.
Perché uccidere senza odiare è una cosa che ti lascia senza parole: la teorizzazione del terrore, la sua burocratizzazione, è qualcosa che travalica il semplice delitto.

Una società (conformistica) della vergogna pronta all’oblio

Il rivoluzionario francese Maximilien de Robespierre venne soprannominato "L'Incorruttibile"
Il rivoluzionario francese Maximilien de Robespierre venne soprannominato “L’Incorruttibile”
Il rivoluzionario francese Louis Antoine de Saint-Just venne soprannominato "L'Arcangelo della Morte"
Il rivoluzionario francese Louis Antoine de Saint-Just venne soprannominato “L’Arcangelo della Morte”

Da Robespierre o Saint-Just, la necessità politica del delitto

Dunque, possiamo dire che Robespierre o Saint-Just sono stati i modelli su cui sono stati plasmati, nei secoli successivi, i grandi rivoluzionari, ma anche i grandi criminali contro l’umanità.
I brigatisti che sparavano dicendo di uccidere un simbolo e non un uomo: intanto, però, ammazzavano padri, fratelli, figli di qualcuno. E si giustificavano con questa sconcertante mancanza di sentimenti: con questa giacobina idea di necessità politica del delitto.

Dalla Verantwortung asburgica all’irresponsabilità ostentata

L'omicidio del rivoluzionario francese Jean-Paul Marat, detto "l'Amico del popolo"
L’omicidio del rivoluzionario francese Jean-Paul Marat, detto “l’Amico del popolo”

Armeni, Kulaki, Ebrei e Cambogiani in un unico bagno di sangue

È stato così per gli Armeni come per i Kulaki, per gli Ebrei come per i Cambogiani: numeri nel bilancio del genocidio. E, gira che ti rigira, tutto ebbe origine dalla Rivoluzione Francese: la grande matrice degli stermini moderni.
Per questo, gli anni della rivoluzione e, soprattutto, quelli del Terrore, andrebbero studiati anche da questo punto di vista: quello dell’epistemologia del massacro.
Fu allora che cominciarono a prendere forma quelle teorie aberranti che hanno trovato piena applicazione nelle colossali stragi della modernità e che sono indubitabilmente figlie dell’esperienza giacobina.
Naturalmente, gli esecutori materiali dei massacri vanno annoverati fra le creature bestiali: le colonne del diavolo o le tricoteuses rappresentano forme patenti di degenerazione dell’umanità.

Anche un’idea sbagliata di Stato può generare gli olocausti

L'esecuzione del cittadino Luigi Capeto alias Louis XVI di Francia il 21 gennaio 1793
L’esecuzione del cittadino Luigi Capeto alias Louis XVI di Francia il 21 gennaio 1793

La fredda e razionale crudeltà nell’applicare una legge iniqua

Ma i mandanti, gli ideologi, i figli del progresso che, convinti di essere liberi, uguali e fraterni, ideavano la legge del sospetto o mandavano a morte centinaia di persone ogni giorno, per la sola colpa di far parte dell’odiata classe aristocratica, quelli rappresentano un fenomeno diverso: la fredda crudeltà nell’applicare una legge iniqua è qualcosa di molto diverso dalle reazioni animalesche della plebe scatenata.
Proprio quella freddezza, quella asettica crudeltà, è il peggior portato della Rivoluzione Francese: portato che possiamo riconoscere in tutti i genocidi e classicidi moderni. Perché ne è lo stigma inconfondibile.

L’insostenibile ed eterna stupidità dell’algoritmo censorio

L'apparizione del Terzo Stato negli anni della Rivoluzione Francese
L’apparizione del Terzo Stato negli anni della Rivoluzione Francese

Dal 1789 in poi il pericoloso primato della teoria sulla realtà

In definitiva, la Rivoluzione Francese ha introdotto sul pianeta l’idea che la teoria possa soppiantare la realtà: che, in nome della prima, si possa cancellare la seconda. Anche se la realtà ha la forma di un essere umano.
Quindi, semplificando un po’, mi viene da scrivere che il “Male assoluto”, che tanto piace evocare ai democratici d’oggidì, non vada cercato nei feroci totalitarismi del Novecento, bensì molto più a monte, negli anni folli e funesti della Francia rivoluzionaria.

E se fosse il Calcio il più attendibile marcatore sociale?

Il processo pubblico al cittadino Luigi Capeto alias Louis XVI di Francia
Il processo pubblico al cittadino Luigi Capeto alias Louis XVI di Francia

Iscriviti alla nostra newsletter


Noi esistiamo anche per informare ed essere informati, è una delle nostre mission. Quando sei qui su questo sito è come se fossimo insieme fisicamente magari chiacchierando del più e del meno o parlando di business. Ma quando sei “lontano” ha la possibilità comunque di rimanere in contatto con noi iscrivendoti alla nostra Newsletter !

    I nostri partner strategici



    Who we are


    Swissfederalism è una associazione moderna che segue il processo di trasformazione digitale e si configura come un ente completamente digitalizzato e presente in rete. Se hai bisogno di noi, noi siamo qua! in rete, sul web!

    Swiss Federalism

    Per la tua sicurezza


    Siamo molto sensibili al tema della riservatezza e della protezione dei dati dei nostri clienti e degli utenti che visitano il nostro sito perché la riservatezza è un valore importante.

    Fai una donazione


    Swissfederalism è una associazione no profit che vive grazie alle donazioni e alle quote degli associati. Abbiamo bisogno del vostro sostegno!

    Puoi inviare la tua donazione sul seguente conto: IBAN: CH15 0873 1557 4858 1200 1 Intestatario del conto: Swiss Federalism 8737 Gommiswald Numero conto: 5574.8581.2001 Clearing: 8731 BIC/SWIFT: LINSCH23

    Privacy Preference Center