La pietra d'inciampo collocata in memoria dell’orologiaia giurassiana Irene Breton, vittima della strage di Bologna

A Bologna una pietra d’inciampo per l’unica vittima svizzera

Il ricordo di Irene Breton, orologiaia del Giura, fra gli 85 sampietrini posati in memoria delle persone uccise dal terrorismo il 2 agosto 1980

Ottantacinque pietre d’inciampo per commemorare altrettante vittime della strage di Bologna, dislocate a circa tredici metri di distanza l’una dall’altra, lungo il percorso compreso fra Piazza del Nettuno e Piazzale Medaglie d’Oro: un “calvario” affrontato ogni anno da migliaia di persone, a partire dal tragico 2 agosto 1980.

Anche un’idea sbagliata di Stato può generare gli olocausti

La pietra d'inciampo collocata in memoria dell’orologiaia giurassiana Irene Breton, vittima della strage di Bologna
La pietra d’inciampo collocata in memoria dell’orologiaia giurassiana Irene Breton, vittima della strage di Bologna

La memoria sosta fra Piazza XX settembre e Viale Pietramellara

Una di esse, che i cittadini svizzeri e i cultori della memoria potranno vedere di persona all’angolo fra Piazza XX settembre e Viale Pietramellara, dunque nelle immediate prospicienze della stazione, qualora dovessero transitare per il capoluogo emiliano-romagnolo, ricorda l’unica vittima elvetica dell’attentato terroristico che spezzò in due e insanguinò l’Italia quarantuno anni or sono, cagionando anche duecento feriti con  mutilazioni e ustioni di varia entità.
In Romandia c’è in effetti una famiglia per la quale le celebrazioni della festività nazionale del primo agosto, anche quella del 730esimo natale della patria di questo 2021, trascolorano da oltre otto lustri in una dolorosa ricorrenza nel giro di poche ore.
Irene Breton, coniugata Boudouban, aveva sessantuno anni, faceva l’orologiaia e abitava con il marito a Delémont, capitale del Canton Giura, pur essendo originaria della vicina Boncourt, quando venne coinvolta nella tragica e violenta deflagrazione.

La disumanità dei primi rivoluzionari germe delle catastrofi

Il treno Schweiz-Adria Express 13534 Ancona-Basilea colpito dall'attentato di Bologna del 2 agosto 1980
Il treno Schweiz-Adria Express 13534 Ancona-Basilea colpito dall’attentato di Bologna del 2 agosto 1980

Lo Schweiz-Adria Express 13534 Ancona-Basilea al Binario 1

Le informazioni disponibili su di lei sono davvero ridotte ai minimi termini, ma alle 10:25 di quel giorno d’estate sul primo binario dello scalo ferroviario felsineo era in sosta il treno Schweiz-Adria Express 13534 Ancona-Basilea sul quale viaggiava con il marito, miracolosamente sopravvissuto…

Violenze verso Segreteria della Migrazione e Centri d’Asilo

Di quest’ultimo rimane in archivio una lettera inoltrata l’8 novembre al Centro di Coordinamento per le vittime della strage del 2/8/1980, presso il Dipartimento di Sicurezza Sociale del Comune di Bologna: “Signori, Vi ringrazio vivamente della lettera che mi avete inviato in data 18 ottobre e che vi siete fatti carico di tradurre in francese. Pur essendo fortunatamente sfuggito personalmente alle conseguenze fisiche dell’attentato del 2 agosto, ho perso mia moglie in questa tragedia. La perdita è in primo luogo affettiva; ma pone in eguale modo dei problemi di un’altra natura, che mi trovo ad affrontare da quel momento. Penso di avere il diritto di reclamare, per quel che mi concerne, l’applicazione della legge approvata dal Parlamento italiano il 13 agosto. Felicitandomi con voi per aver preso l’iniziativa di costituire un Collegio di parte civile in vista dell’applicazione di questa legge, vi prego di prendere nota della mia adesione e vi ringrazio per tenermi al corrente dei vostri passi in avanti, i quali, spero, avanzeranno verso la conclusione il più rapidamente possibile. Vogliate gradire, Signori, i miei saluti migliori”.

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La pietra d'inciampo collocata in memoria dell’orologiaia giurassiana Irene Breton, vittima della strage di Bologna
La pietra d’inciampo collocata in memoria dell’orologiaia giurassiana Irene Breton, vittima della strage di Bologna

Un’indovinata idea del giornalista professionista Aldo Balzarelli

I sampietrini della memoria, ispirati alle “Stolpersteine” dell’artista tedesco Gunter Demnig e approdati in Emilia-Romagna da un’idea del giornalista Aldo Balzanelli, sono un’iniziativa organizzata da Cantiere Bologna, 6000 Sardine e Cucine Popolari, in collaborazione con il Comune di Bologna e l’Associazione tra i familiari delle vittime della strage del 2 agosto.
Sono stati disegnati con la collaborazione di alcuni studenti del biennio di Decorazione per l’Architettura dell’Accademia delle Belle Arti della città felsinea, e finanziati coi fondi residui della raccolta organizzata lo scorso anno per l’installazione artistica che riempì via Indipendenza in assenza del corteo, bloccato nel 2020 dal COVID-19: oltre a performance artistiche, un anno fa erano presenti tre totem multimediali che riproponevano i volti e le storie delle 85 vittime.

Il meraviglioso (quanto irrealizzato) sogno dell’isonomia

 

Manifesto commemorativo dell'anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980
Manifesto commemorativo dell’anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980

Anche un video commemorativo della narratrice Sonia Aldrovandi

A incaricarsi di ricordare la signora Irene Breton in Boudouban era stata in precedenza anche l’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna e la narratrice Sonia Aldrovandi, entrati in contatto con il figlio, oggi adulto, attraverso un filmato commemorativo analogo a quelli realizzati per gli altri 85 martiri di quello che resta il fatto più grave nella storia del terrorismo sul suolo italiano.

Così l’emergenza in Italia è diventata una perenne normalità

Il treno Schweiz-Adria Express 13534 Ancona-Basilea colpito dall'attentato di Bologna del 2 agosto 1980
Il treno Schweiz-Adria Express 13534 Ancona-Basilea colpito dall’attentato di Bologna del 2 agosto 1980

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