I diversi gradi di rischio economico delle Regioni italiane a causa della pandemia secondo un'indagine dell'ISTAT

In Italia la crisi ha colpito soprattutto l’economia del Sud

Secondo un’indagine dell’ISTAT sul sistema economico azzurro, le regioni Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna sono ad alto rischio combinato…

Secondo un’indagine dell’ISTAT realizzata verso la fine dell’anno scorso, dall’incrocio dei dati relativi al numero di imprese che hanno denunciato di essere a rischio operativo Alto e Medio Alto con il corrispondente numero di addetti interessati, è possibile mappare il rischio operativo del sistema economico italiano.

Rapporto ISTAT sulla Competitività dei settori produttivi in Italia (edizione 2021)

Dal risultato di questa operazione è emerso che il Mezzogiorno è la ripartizione geografica più colpita dalla pandemia: cinque regioni sono ad Alto rischio combinato (Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria e Sardegna); altre due, invece, sono a Medio Alto rischio (Puglia e Sicilia).
Nel Sud soltanto il Molise si trova in una situazione di rischio combinato Medio-Basso.

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Regioni a statuto speciale e ordinario
Regioni a statuto speciale e ordinario

È l’Umbria la regione più problematica al centro

Al Centro, invece, preoccupa la situazione dell’Umbria (Alto-Rischio), del Lazio e della Toscana (Medio-Alto Rischio).
Al Nord, infine, preoccupa la situazione emersa in Valle d’Aosta e nella provincia autonoma di Bolzano, che ricadono nell’area a Medio-Alto rischio combinato.

Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Emilia-Romagna
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Lombardia
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Veneto

In Veneto la maggiore vulnerabilità settentrionale

Rispetto a tutte le principali regioni settentrionali, il Veneto presenta un livello di vulnerabilità superiore; tale situazione è riconducibile alla sua forte vocazione turistica e alla crisi registrata, in particolar modo, del settore delle pelli e del tessile/abbigliamento.
Più in generale, segnala l’ISTAT, la fragilità di un territorio è ascrivibile sia al grado di diffusione dei settori maggiormente colpiti dalla crisi sia dal livello di specializzazione dell’economia locale in tali attività.

Regioni a statuto ordinario e speciale
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Tessile, abbigliamento e lavorazione pelle in crisi

In particolare, soffrono più degli altri il tessile, l’abbigliamento e la lavorazione della pelle, settori duramente provati in questo ultimo anno dalla forte contrazione registrata dalla domanda interna e da quella internazionale.

Serie difficoltà anche per turismo e tempo libero

Altrettanto drammatica è la situazione dei comparti che ruotano attorno al turismo (alberghi, tour operator, agenzie di viaggio, trasporto pubblico locale, eccetera), il commercio al dettaglio, gli ambulanti, bar e ristorazione, le attività culturali (musei, cinema e teatri), quelle sportive (piscine, palestre) e quelle legate al tempo libero (parchi divertimenti, spettacoli viaggianti, discoteche, eccetera), che più degli altri hanno subito gli effetti negativi dei provvedimenti di chiusura e di distanziamento fisico imposti dal Governo.

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