Eleonora Bafunno: “Il pianoforte ‘democratico’ è una realtà”
Già star del Premio Start Up/PMI Innovative a Zurigo, la giovane artista e imprenditrice rende i piano verticali funzionali tanto quelli a coda
C’è un’imprenditrice che in Svizzera si prepara a rivoluzionare il mondo della musica e, segnatamente, a trasformare in meglio uno degli strumenti più noti al mondo, il tutto grazie a una geniale intuizione che è del padre Pasquale: si tratta del pianoforte, noto per funzionare attraverso corde percosse mediante martelletti, azionati da una tastiera. Italiano è il nome dello strumento e italiano, segnatamente sardo, è il sodalizio parentale incaricatosi di trasformarlo: Bafunno Mechanics è la loro ragione sociale.
Eleonora Bafunno, oggi residente in Canton Ticino, è nata a Cagliari in una famiglia di affermati artisti, da madre cantante lirica e padre accordatore di pianoforti sin dal 1978. In tenera età si forma in diverse discipline, frequentando il Conservatorio di Musica e una rinomata scuola di danza nella città di Verona, nella quale si era nel frattempo trasferita insieme ai propri genitori.
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Dopo aver conseguito il diploma di maturità, scelse di dedicarsi alla propria vera passione, conseguendo il Diploma di Arredatore d’Interni presso l’Istituto Design Palladio della città di residenza, occupandosi da allora di progettazione d’interni e avendo la possibilità di venire a contatto con le grandi aziende del design italiano: dal 2016 vive e lavora nella meravigliosa città di Lugano.
Eleonora Bafunno si definisce un’artista multidisciplinare, che contamina diverse aree di stile e che realmente pensa fuori dagli schemi. Crede nel valore dell’unicità e desidera che anche i suoi interlocutori possano esprimere il loro stile personale senza limiti.
Non soltanto: risale al giugno del 2019 il lancio del progetto per la startup innovativa destinata a modellare in modo nuovo il settore dei pianoforti, incubata presso l’USI Startup Centre, emanazione dell’Università della Svizzera Italiana, grazie al supporto della Fondazione Agire nel quadro delle quotate attività di Innosuisse, l’agenzia svizzera per la promozione dell’innovazione…
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Come descriverebbe la sua azienda? Che cosa può dirci in merito al suo sviluppo? Quali ne sono la mission, i valori e la visione?
“Bafunno Mechanics è una startup nata da un’idea di Pasquale Bafunno, accordatore e tecnico di pianoforti dal 1978, che ha brevettato una meccanica speciale che permette al pianoforte verticale di avere le stesse performance del medesimo strumento a coda. Perché quest’idea? I pianisti professionisti necessitano di esibirsi sul pianoforte a coda, che è imponente, costoso, non sempre disponibile nelle sale prova delle scuole: un bene di lusso, ormai. I pianoforti verticali in commercio permettono di risparmiare spazio e costi, ma non hanno le stesse peculiarità, per non parlare delle tastiere digitali. Bafunno Mechanics vuole risolvere questo gap, permettendo a tutti di poter usufruire di uno strumento di alta qualità, unendo il costo, la prestazione e lo spazio: un pianoforte ‘democratico’, insomma”.
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Quali progetti avete in cantiere e in che cosa constano? Quali sono i prodotti di punta della vostra attività d’impresa e quali sono invece meritevoli di sviluppo?
“Il prodotto che proponiamo è una meccanica all’interno dei pianoforti verticali, coperta da brevetto e con PCT internazionale (Patent Cooperation Treaty, ndr), che potrà essere integrata nella produzione di pianoforti verticali nuovi come anche essere inserita in quelli esistenti, dando fra l’altro l’opportunità ai tecnici di settore di reinventare la loro attività. Abbiamo messo a punto un pianoforte dimostratore pronto per una validazione di mercato effettiva, che permetterà di raccogliere feedback reali da sottoporre ad investitori e partner per entrare nel mercato, ed il sistema di innovazione svizzero è stato la chiave per portare il nostro progetto in questa fase avanzata. Vogliamo, in un prossimo futuro, dare spazio alle nuove generazioni ed ai giovani talenti con una Community, investendo su progetti complementari come una ‘Accademia Globale’ online dedicata alla musica, la creazione di eventi di nuova concezione e l’implementazione della ricerca nell’ambito degli strumenti musicali”.
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Come riempie il suo tempo libero? C’è qualcosa che vorrebbe fare e che non ha ancora avuto l’opportunità di realizzare, il celeberrimo “sogno nel cassetto” personale?
“Personalmente sono molto soddisfatta del mio percorso professionale e dei risultati raggiunti: il mio tempo libero è dedicato al viaggio, alla celebrazione, alle attività culturali ed artistiche. Il mio sogno nel cassetto? Continuare a crescere nella mia principale attività di designer su scala internazionale, migliorare sempre con la formazione continua e diventare la miglior versione di me stessa”.
Che cosa pretende dai suoi collaboratori e dagli amici? Quali atteggiamenti le danno maggiormente fastidio e quali invece apprezza nel prossimo? È una persona tollerante oppure perdona difficilmente un’incomprensione o uno sgarbo? Quali “sanzioni” o meccanismi premiali adotta, nel caso?
“Pretendere in senso stretto non mi piace: credo che qualsiasi collaboratore debba avere la possibilità di credere nei valori di un’azienda e sentirsi a proprio agio nel lavorare in team con naturalezza. La passione e l’ambizione non si comprano mai. ‘Pretendo’ in termini di qualità del lavoro dagli altri certamente, anche perché pretendo molto soprattutto da me stessa. Sono una perfezionista: è il risultato finale che conta ed io punto all’eccellenza. Sono abbastanza tollerante, ma la determinazione al raggiungimento degli obiettivi mi assorbe completamente. Per fortuna ci sono persone nel mio team che riescono a riportarmi in carreggiata, quando inizio ad esagerare con il perfezionismo, tuttavia è importante essere complementari”.
Quali sono il suo rammarico e il suo rimorso più grandi? C’è qualcosa che si è pentita di avere fatto o, al contrario, di non avere fatto, nella vita così come nella carriera? Perché?
“Non ho rammarichi né rimorsi fortunatamente. Ho sempre seguito il mio istinto, sia nella vita sia nel lavoro, facendo a volte scelte ‘impopolari’, ma che con il passare del tempo mi hanno dato molta soddisfazione. Bisogna esercitarsi ad uscire dalla propria area di comfort, ed a volte bisogna esercitare un po’ di ‘sana’ ribellione”.
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Come è stata la sua esperienza come finalista del Premio internazionale per Start Up/PMI Innovative “Swiss Federalism, Global Chamber of Business Leaders and Milton Friedman”, che si è tenuto a Zurigo il 18 Settembre 2021?
“L’esperienza al Premio Swiss Federalism, GCBL e Milton a Zurigo è stata incredibile: un’emozione forte e una grande soddisfazione, sia per me che per mio padre, che vede una continuazione del suo lavoro in chiave contemporanea ed orientata al futuro. Ringrazio ancora tutti per questa opportunità”.
Come vede l’evoluzione del mercato del Music Tech nei prossimi anni e come si inserisce in questo contesto il vostro prodotto esclusivo?
“Credo che il Music Tech abbia da sempre delle grandi potenzialità e che proprio ora, grazie a questi anni di grandi cambiamenti, possa finalmente accelerare con importanti novità. Il linguaggio della musica è universale, non esistono più le differenze sociali, di nazionalità e di genere: il potere della musica è l’essenza della vita stessa. Per questo motivo, amiamo così tanto il nostro progetto e vogliamo diffonderlo su scala internazionale”.
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Sulla base della sua carriera professionale ritiene che una donna sia “trattata” diversamente rispetto a un uomo? Se sì, in che modo? Quale è la ricetta utile a un’imprenditrice affinché riesca ad affermarsi in questo mondo? Ci racconti la sua esperienza…
“In passato mi è capitato di notare differenze di trattamento e pregiudizi: non soltanto per il fatto di essere una donna, ma anche per la giovane età. Credo però che questo non debba scoraggiare chi ha voglia di fare e mettersi in gioco. Le donne imprenditrici oggi sono in aumento e questa è una cosa positiva, anche se mi piace pensare in futuro ad una società in cui uomini e donne lavorino in piena armonia, ciascuno con le proprie peculiarità”.
Dal suo profilo Linkedin si legge che dal 2019 ha intrapreso un progetto per un’azienda innovativa incubata presso l’USI Startup Centre di Lugano. In relazione a tale contesto, quanto pensa che abbia influito il rapporto territorio-impresa per il destino della sua attività?
“È stato decisivo! La startup è sempre inerente al progetto Bafunno Mechanics, ci tengo a sottolinearlo. Il contatto con le istituzioni svizzere e ticinesi ha dato inizio allo sviluppo di questa attività e mi ha permesso di far avanzare il progetto in tutti i suoi aspetti fino ad arrivare al premio recente del concorso di Swiss Federalism, GCBL e Milton Friedman, e tutto è ancora in divenire”.