La Toscana si aggiunge al treno dell’autonomia differenziata
Nell’ottobre 2019 anche Firenze ha iniziato il negoziato con il Governo per un regionalismo proprio, però limitato a 10 sole materie e concordato con l’Italia
Sono dieci la materie in cui la Regione Toscana si candida per una maggiore autonomia sulla scorta dell’articolo 117 della Costituzione della Repubblica Italiana, aggiornata nel 2001 per cercare di conferire maggiori competenze agli enti regionali.
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Emilia-Romagna
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Lombardia
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Veneto
Si va dal governo del territorio, per difendere sviluppo sostenibile e contenimento del suolo oggi garantiti dalle leggi urbanistiche toscane e dal piano paesaggistico, all’ambiente, prima in capo alle Province ed oggi tornato, almeno in Toscana, alla Regione.
Ci sono i beni culturali (e in particolare la loro promozione unitaria sulle territorio regionale) e c’è il lavoro; ci sono l’istruzione tecnica professionale e la formazione, i porti (comprese le concessioni demaniali), l’accoglienza e assistenza ai rifugiati e la sanità, dove la richiesta di particolare autonomia riguarda l’organizzazione, la gestione delle risorse professionali e l’intramoenia, la formazione specialistica, le tariffe e la compartecipazione alla spesa, il patrimonio edilizio e l’equivalenza terapeutica dei farmaci.
Dai rapporti con cittadini e imprese all’immigrazione
La richiesta di maggiore autonomia si estende anche al coordinamento della finanza pubblica e alle autonomie locali, in forza della legislazione avanzata su associazionismo, fusioni, riordino delle ex funzioni provinciali, ma anche semplificazione dei rapporti con cittadini e imprese e gestione dell’immigrazione.
Gli accordi fra Italia ed Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto
L’autonomia regionale differenziata secondo Confindustria
Italia, perché l’autonomia differenziata “è” la Costituzione
Italia, la legittima attuazione dell’autonomia differenziata
Ad ottobre 2019 è iniziato anche per la Toscana il negoziato con il Governo sull’autonomia differenziata: un regionalismo limitato e concertato con il livello centrale, ma che tenga conto che in alcune materie la legislazione regionale toscana è più avanzata di quella nazionale e che quindi su questo non si dovrebbe tornare indietro.
Un’autonomia tesa a semplificare e a sburocratizzare, che valorizzi la Regione guidata da Firenze nel quadro dell’unità nazionale.
Anche il Piemonte ha detto sì al regionalismo differenziato
La Toscana si aggiunge ai percorsi già avviati da Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto. L’iter, al termine del negoziato, prevede la stipula di un’intesa con l’Italia, analogo ai tre precedenti.