Italia, la legittima attuazione dell’autonomia differenziata
Un processo rigoroso e su più livelli consentirà a Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto di giungere all’approvazione parlamentare delle proprie istanze speciali
Il riconoscimento di forme di “autonomia differenziata” ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione della Repubblica Italiana si è imposto al centro del dibattito istituzionale sul rapporto tra lo Stato centrale e le Regioni a seguito delle iniziative intraprese da Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, che si sono registrate nella parte conclusiva della XVII legislatura parlamentare.
Il 28 febbraio 2018, il Governo all’epoca in carica ha sottoscritto con le Regioni interessate tre distinti accordi preliminari che hanno individuato i princìpi generali, la metodologia e un (primo) elenco di materie in vista della definizione complessiva dell’intesa.
Possibilità di vari aggiustamenti su base decennale
I menzionati tre Accordi Preliminari del 28 febbraio 2018 prevedono (all’articolo 2 delle Disposizioni Generali) che l’intesa abbia una durata decennale, potendo comunque essere modificata in qualunque momento di comune accordo tra lo Stato e la Regione, “qualora nel corso del decennio si verifichino situazioni di fatto o di diritto che ne giustifichino la revisione”.
Gli Accordi preliminari prevedono altresì che l’intesa abbia una durata decennale, potendo comunque essere modificata in qualunque momento di comune accordo tra lo Stato e la Regione interessata, “qualora nel corso del decennio si verifichino situazioni di fatto o di diritto che ne giustifichino la revisione”.
Così Bologna ha privilegiato la strada legislativa
Le modalità con cui le tre Regioni hanno attivato il percorso ex articolo 116, terzo comma, sono diverse. Vale la pena ricordare che le Regioni Lombardia e Veneto hanno svolto il 22 ottobre 2017, con esito positivo, due referendum consultivi sull’attribuzione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia.
Italia, perché l’autonomia differenziata “è” la Costituzione
L’Emilia-Romagna si è invece attivata, su impulso del Presidente della Regione, con l’approvazione da parte dell’Assemblea Legislativa, il 3 ottobre 2017, di una risoluzione per l’avvio del procedimento finalizzato alla sottoscrizione dell’intesa con il Governo richiesta dal dettato della Carta costituzionale.
In tutti e tre gli Accordi preliminari, le materie di prioritario interesse regionale oggetto del negoziato nella prima fase della trattativa sono le seguenti: Tutela dell’ambiente e dell’ecosistema; Tutela della salute; Istruzione; Tutela del lavoro; Rapporti internazionali e con l’Unione Europea. Tutte e tre le Regioni del nord Italia attivatesi si sono riservate la possibilità di estendere il negoziato – in un momento successivo – ad altre materie.
I lombardi puntano a tutto il Governo del territorio
L’Accordo preliminare con la Lombardia, a differenza di quelli con l’Emilia-Romagna e con il Veneto, fa espressa menzione – quale oggetto di un eventuale successivo accordo – di materie di interesse delle autonomie locali, quali: il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario; il Governo del territorio.
Gli Allegati (che costituiscono parte integrante e sostanziale degli Accordi preliminari) hanno ad oggetto le materie in relazione alle quali alle Regioni sono conferite ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia amministrativa e legislativa.
Resta comunque aperta la possibilità che il negoziato si estenda ad ulteriori profili delle materie indicate e ad altre differenti materie (articolo 6). Ciascun allegato riguarda una materia a cui si aggiunge un Addendum sui rapporti internazionali e con l’Unione Europea.
Verso un ampliamento del novero delle materie
Con l’inizio della XVIII Legislatura, tutte e tre le Regionicon le quali sono state stipulate le cosiddette pre-intese hanno manifestato al Governo l’intenzione di “ampliare il novero delle materie da trasferire” (Camera dei Deputati, Interrogazione a risposta immediata numero 3-00065 dell’11 luglio 2018).
Sono in tal modo riprese le trattative fra le tre Regionie i Ministeri interessati “ratione materiae” nell’ambito dell’attività di coordinamento in capo al Ministro per gli Affari Regionali.
Dal Piemonte alla Campania, sei le nuove istanze
L’istruttoria da parte del Governo sulle domande relative alle competenze ha comportato la richiesta alle Regioni interessate di una documentazione particolareggiata. Sulla base della documentazione fornita sono avvenuti, presso la sede del Dipartimento per gli Affari Regionali, incontri tecnici in cui le strutture regionali competenti nelle singole materie si sono confrontate con i tecnici del Ministero cui appartiene la competenza di cui si tratta. Per quanto riguarda l’aspetto economico-finanziario, di grande rilievo costituzionale, si sono svolti incontri con il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Nel frattempo, altri enti pubblici territoriali, pur non avendo firmato alcuna preintesa con il Governo, hanno espresso la volontà di intraprendere un percorso per l’ottenimento di ulteriori forme di autonomia analogo a quello di emiliano-romagnoli, lombardi e veneti (sono pervenute ufficialmente al Governo le richieste di Piemonte, Liguria, Toscana, Umbria, Marche e Campania).
Pubblicate le bozze di intesa Esecutivo-Territori
Nella seduta del Consiglio dei Ministri numero 33 del 21 dicembre 2018, è stata condivisa altresì l’informativa svolta dal Ministro pro-tempore per gli Affari Regionali e le Autonomie in merito al percorso di attuazione dell’autonomia differenziata richiesta puntualmente dalle Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia.
Nella successiva seduta del Consiglio dei Ministri numero 44 del 14 febbraio 2019, il Ministro per gli Affari Regionali “ha illustrato i contenuti delle intese. Il Consiglio dei ministri ne ha preso atto e condiviso lo spirito”. I testi delle bozze di intese sono stati pubblicati sul sito del Dipartimento Affari Regionali della Presidenza del Consiglio, in un testo concordato tra Governo e ciascuna delle tre Regioni, limitatamente alla “parte generale”.
Nel DEF 2019 emerge l’impegno di Palazzo Chigi
Nella Nota di Aggiornamento al DEF 2019 viene riferito l’impegno di Palazzo Chigi a portare avanti il processo di attuazione del federalismo differenziato, così come via via strutturato. Le linee programmatiche enunciate nel predetto documento stabiliscono che il processo di autonomia differenziata si svolgerà: i) nel rispetto del “principio di coesione nazionale e di solidarietà”; ii) nell’ambito di un quadro di definizione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali (LEP o Livelli Essenziali di Prestazioni). Tutto ciò anche al fine esplicito di evitare “di aggravare il divario tra il Nord e il Sud del paese”.
Ben due le Commissioni Parlamentari al lavoro
Nel corso dell’audizione sulle linee programmatiche del 17 ottobre 2019 presso le Commissioni I e V della Camera dei Deputati, il Ministro per gli Affari Regionali ha evidenziato l’intenzione del Governo di ripartire dal lavoro svolto sinora. Nel contempo, ha preannunciato la presentazione in Parlamento di un’iniziativa legislativa volta a definire una cornice normativa unitaria in cui potranno definirsi gli interventi di attuazione dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, tenendo conto delle previsioni costituzionali e del modello di perequazione delle Regioni a statuto ordinario definito dalla Legge 5 maggio 2009, numero 42, e dal Decreto Legislativo 6 maggio 2011, numero 68.
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Emilia-Romagna
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Lombardia
Accordo preliminare tra il Governo e la Regione Veneto
Il Disegno di Legge che il Governo ha ritenuto di presentare alle Camere è stato inserito fra i provvedimenti collegati alla decisione di bilancio nella Nota di Aggiornamento al DEF (Documento di Economia e Finanza, in origine Documento di Programmazione Economica e Finanziaria o DPEF) per l’anno 2019.
Per approfondire le questioni legate al percorso di attuazione del “regionalismo differenziato” è iniziata un’indagine conoscitiva avviata dalla Commissione Parlamentare per le Questioni Regionali e, con particolare riferimento agli aspetti dell’autonomia finanziaria, la Commissione parlamentare per l’Attuazione del Federalismo Fiscale sta svolgendo un ciclo di audizioni.