Mikhail Gorbaciov e un pezzo di storia se ne va

Mikhail Gorbaciov è morto a Mosca il 30 Agosto 2022: con la sua politica, mise fine della guerra fredda e fu protagonista di cambiamenti radicali in Russia e nel mondo intero.

Mikhail Gorbachev foto del 03-12-1989 RIA Novosti archive, image 29280 Yuriy Somov (photo processing Roman Kubanskiy) CC-BY-SA 3.0
Mikhail Gorbachev foto del 03-12-1989 Photo by RIA Novosti archive, image #29280 / Yuriy Somov / CC-BY-SA 3.0 (photo processing Roman Kubanskiy)

Breve Biografia

Michail Sergeevič Gorbačëv, conosciuto anche come Mikhail Gorbachev o Gorbaciov o semplicemente Gorby è nato a Privolnoye il 2 marzo 1931 da Sergey Andreyevich Gorbaciov e Maria Panteleyevna Gorbaciova, in una povera famiglia di contadini di origine russa e ucraina, è stato un politico dell’ex Unione Sovietica divenuta poi Russia dal 1991 e ultimo segretario generale del Partito Comunista.

Nel 1952 Gorbaciov si iscrisse al Partito Comunista e iniziò gli studi all’Università Statale di Mosca, dove si laureò in legge nel 1955. Nel 1953 conosce e sposa la compagna di studi Raissa Maximowna Titarenko  poi Raissa Maximowna Gorbatschowa.

Con la sua politica, ha messo fine della guerra fredda ed è stato l’autore di due grandi riforme che hanno cambiato radicalmente non solo la Russia ma un po tutta la politica e la geografia mondiale.

President Ronald Reagan Greeting Mikhail Gorbachev at Villa Fleur D'Eau During Their First Meeting a The Geneval Summit @ Series: Reagan White House Photographs, 1/20/1981 - 1/20/1989
President Ronald Reagan Greeting Mikhail Gorbachev at Villa Fleur D’Eau During Their First Meeting at The Geneval Summit in 1985 – Series: Reagan White House Photographs, 1/20/1981 – 1/20/1989Collection: White House Photographic Collection, 1/20/1981 – 1/20/1989 Photo by Michael J Goodwin (NARA Staff)’s

Perestrojka

Il termine perestrojka, che tradotto vuol dire ricostruzione o ristrutturazione è usato per indicare una serie di riforme avviate dalla dirigenza dell’ex Unione Sovietica a metà degli anni ottanta, finalizzate a riorganizzazione l’economia e la struttura politica e sociale del Paese. I punti principali di questa riforma erano

  • la privatizzazione di molti settori economici statali,
  • libertà di informazione,
  • riduzione del controllo militare e politico sui Paesi dell’Est,
  • trattati con gli Stati Uniti per il disarmo dei missili.

Anche i rapporti con gli altri Paesi del mondo ebbero un miglioramento in particolare con gli Stati Uniti e la CEE, mentre con il ritiro delle truppe dall’Afghanistan e dalla Mongolia si chiuse il lungo periodo di crisi tra l’ex URSS e la Cina.

Queste riforme portarono a cambiamenti anche nel rapporto tra Stato e Chiesa, che si concretizzarono in vari incontri tra Gorbaciov con i patriarchi ortodossi ed i rappresentanti di altre confessioni. Edifici di culto precedentemente sottratti a tale funzione vennero restituiti e venne autorizzata la costruzione di nuove chiese.

Glasnost’

Il termine Glasnost’ significa “dominio pubblico” oppure “trasparenza” ed è stata una riforma introdotta da Gorbaciov nella seconda metà degli anni Ottanta, basata, sulla trasparenza dei rapporti e delle decisioni politico-sociali e sulla libertà di espressione. I punti principali di questa riforma erano:

  • apertura di archivi storici,
  • pubblicazione di libri sino ad allora vietati,
  • diminuzione della censura

Nel 1986 Gorbaciov, premendo su una maggiore liberalizzazione riabilitò il maggior dissidente sovietico, Andrej Sacharov.

President Reagan meeting with Soviet General Secretary Gorbachev at Maison de Saussure during the Geneva Summit in 1985 @ President (1981-1989 : Reagan). White House Photographic Office. 1981-1989 Photo by Michael J Goodwin (NARA Staff)'s
President Reagan meeting with Soviet General Secretary Gorbachev at Maison de Saussure during the Geneva Summit in 1985 Photo by Series: Reagan White House Photographs, 1/20/1981 – 1/20/1989 – Collection: White House Photographic Collection, 1/20/1981 – 1/20/1989 by Michael J Goodwin (NARA Staff)’s

Le due riforme di cui sopra portarono a enormi cambiamenti in campo geopolitico tra cui:

Fine della Guerra Fredda

Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale venne segnato da un conflitto tra Stati Uniti e Unione Sovietica, in cui non si combatteva con le armi ma sul fronte politico ed economico.

Inoltre la Germania venne occupata da inglesi, americani, francesi e sovietici e una parte venne ceduta alla Polonia. Nel 1949 gli Stati Uniti, con alcuni paesi europei, tra cui l’Italia, la Francia e l’Inghilterra, diedero vita a un’alleanza difensiva che prese il nome di NATO (North Atlantic Treaty Organization). Il governo sovietico, che temeva l’espansione degli Stati Uniti in Europa, rispose con il Patto di Varsavia che comprendeva i paesi dell’Europa orientale e fece in modo che in quei paesi si formassero dei governi comunisti. Iniziò cosi la guerra fredda.

Nel corso degli anni Ottanta vi furono diverse proteste e rivolte che interessarono dapprima la Polonia, soprattutto dopo l’elezione nel 1978 di Karol Wojtyla, a Papa divenuto Giovanni Paolo II, (storica la stretta di mano tra Giovanni Paolo II e il presidente dell’allora Unione Sovietica in Vaticano durante una visita di Stato nel dicembre del 1989 avvenuta poco dopo la caduta del muro di Berlino).

La fine della guerra fredda viene fatta coincidere con la caduta del muro di Berlino il 9 novembre 1989.

La riunificazione della Germania

La riunificazione della Germania avvenne il 3 ottobre 1990, quando i territori della Deutsche Demokratische Republik, – DDR, (Repubblica Democratica Tedesca o “Germania dell’Est” – in italiano)  vennero incorporati nella Bundesrepublik Deutschland o BRD (Repubblica Federale Tedesca, o “Germania Ovest” in italiano) con cinque nuovi Länder (stati federati): Meclemburgo-Pomerania Anteriore, Brandeburgo, Sassonia, Sassonia-Anhalt e Turingia. Fatto determinante per la riunificazione fu la caduta del Muro di Berlino il 9 novembre 1989.

Video della Rtl sulla riunificazione tedesca e la caduta del Muro di Berlino (in tedesco)

Indipendenza dei Paesi baltici

I paesi baltici, incorporati nell’Unione Sovietica nel 1940, cominciarono a spingere per il ripristino dell’indipendenza e l’11 marzo 1990 la Lituania fu la prima delle tre repubbliche baltiche a dichiarare la propria indipendenza. Il 30 marzo 1990, il Soviet Supremo estone dichiarò l’indipendenza dell’Estonia dichiarando, illegittima l’annessione del 1940 ed il 4 maggio 1990, anche il Soviet supremo della Lettonia, emise una dichiarazione simile.

Il 6 settembre 1991 anche l’ex Unione Sovietica riconobbe l’indipendenza delle tre Repubbliche.

Fine dell’Unione Sovietica

La fine della rigida politica di repressione interna, e la recessione economica fecero emergere i contrasti, gli odi razziali e le spinte indipendentistiche dei numerosi popoli dello Stato sovietico

Gorbaciov tentò di trasformare l’Unione Sovietica in uno Stato meno centralizzato sciogliendo il Comecon (Consiglio di mutua assistenza economica degli Stati socialisti) ed il 1º luglio il Patto di Varsavia (Trattato di amicizia, cooperazione e mutua assistenza tra gli Stati socialisti del blocco orientale), sciogliendo così i vincoli dei paesi esteri fino allora satelliti.

Il 20 agosto 1991 la Russia era pronta a firmare il Nuovo Trattato d’Unione che contemplava la trasformazione dell’Unione Sovietica in una federazione di repubbliche indipendenti con un comune presidente ma venne organizzato un colpo di stato. Migliaia di persone a Mosca uscirono in strada per difendere il Parlamento e dopo tre giorni, il 21 agosto, il colpo di Stato collassò su se stesso e gli organizzatori furono arrestati.

Gorbaciov ridivenne presidente dell’Unione Sovietica ma la sua posizione nel Paese era ormai compromessa

Con il referendum in Ucraina del 1º dicembre 1991, in cui il 90% dei votanti optò per l’indipendenza, i leader delle tre repubbliche slave (Russia, Ucraina e Bielorussia) concordarono di incontrarsi per una discussione sulle possibili forme di relazione e l’8 dicembre 1991 venne firmato l’accordo .

L’8 dicembre 1991 i capi di Russia, Ucraina, e Bielorussia s’incontrarono a Belavežskaja pušča per firmare l’accordo di Belaveža, che dichiarava dissolta l’Unione Sovietica.

Il 25 dicembre 1991  Gorbaciov si dimise da presidente dell’Unione Sovietica e dichiarò abolito l’ufficio conferendo tutti i suoi poteri Boris Nikolayevich Yeltsin. Lo stesso giorno la bandiera sovietica sopra il Cremlino fu sostituita con il tricolore russo.

Video delle dimissioni di Gorbaciov trasmesso dalla BBC (in inglese)

Riconoscimenti e critiche

Michail Gorbaciov è stato insignito dell’Ordine della Bandiera rossa del lavoro, tre Ordini di Lenin e molte altre onorificenze e riconoscimenti sovietici e internazionali, oltre a numerose lauree honoris causa da università di tutto il mondo. Nel 1990 gli è stato consegnato il Premio Nobel per la pace.

La figura di Gorbaciov è vista in modo positivo in Occidente che vede la caduta del comunismo come una vittoria del buon senso, della democrazia e dei comuni valori umani ,mentre in Russia è vista con meno favore per via della dissoluzione dello Stato sovietico e la fine dello status di superpotenza ma anche degli anni di caos politico e profonda crisi economica che ne seguirono.

La sua scomparsa

La sua Patria non ha dato troppo risalto alla sua dipartita avvenuta a Mosca all’età di 91 anni.
La salma sarà esposta nella capitale alla Casa dei Sindacati come già avvenne per Lenin e Stalin.
Ai funerali di stato (inizialmente sembrava non si sarebbero nemmeno tenuti) che si svolgeranno sabato 3 Settembre 2022  non saranno presenti nè l’attuale Presidente della Russia Vladimir Putin (ufficialmente impossibilitato a causa di altri impegni) nè altri capi di stato stranieri. Il Presidente della Federazione russa ha espresso il suo cordoglio dichiarando che “Mikhail Gorbaciov aveva capito che le riforme erano necessarie e si era impegnato a trovare soluzioni ai problemi che l’Unione Sovietica affrontava negli anni Ottanta ed ha avuto un enorme impatto sul corso della storia del mondo”.
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Molto più sentita invece la sua scomparsa all’estero soprattutto nei paesi occidentali dove Joe Biden, attuale Presidente degli Stati Uniti d’America lo ha definito “un uomo di notevole lungimiranza che ha lavorato con il Presidente Reagan per ridurre gli arsenali nucleari dei due Paesi e dopo decenni di brutale repressione politica, ha abbracciato le riforme democratiche” mentre il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, lo ha definito “Uno statista unico che ha cambiato il corso della storia” aggiungendo che “Il mondo ha perso un leader globale, un sostenitore instancabile della pace.”
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In Cina, un po’ come in Russia, la figura di Gorbaciov è vista come uno che ha assecondato gli Stati Uniti e l’Occidente e che ha commesso gravi errori.
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Per sua espressa volontà, verrà sepolto nel cimitero monumentale di Novodevicij, accanto a sua moglie Raijssa scomparsa nel 1999.
Lascia una figlia e due nipoti.