Scarpe abbandonate al Museo dell'Olocausto di Budapest

Anche un’idea sbagliata di Stato può generare gli olocausti

I terribili genocidi novecenteschi sono figli di visioni nazionaliste e integraliste di statualità e Nazione: è la fede cieca nella Ragione che genera mostri

Cadeva il 24 aprile la dolorosa ricorrenza del “Metz Yeghern”, l’olocausto armeno, messo in atto dai Giovani Turchi, tra il 1915 e il 1916: questa data ci permette una riflessione storico-politica di carattere più generale, che riguarda alcuni aspetti, non sempre sufficientemente analizzati, dei fenomeni genocidiari del XX secolo.

L’insostenibile ed eterna stupidità dell’algoritmo censorio

Intendiamoci, sugli olocausti novecenteschi e, segnatamente, sulla Shoah, si sono spesi fiumi d’inchiostro, tuttavia, vorrei invitarvi alla riflessione su di un carattere, forse marginale, ma degno comunque di attenzione, che accomuna questi terribili fenomeni: si è sempre trattato di dinamiche autodifensive.

Cavaderi di civili armeni nei pressi di Ankara nel 1915
Cavaderi di civili armeni nei pressi di Ankara nel 1915

Il pericoloso innesco determinato da dinamiche autodifensive

In ogni genocidio europeo, una massa etnica o sociale di significativa coesione ha cercato di proteggersi, praticando la distruzione scientifica di un’altra massa etnica o sociale, altrettanto coesa e identificata come un nemico pericoloso o, perlomeno, inquinante o tossico.

E’ stato così per il progetto turanico dei Giovani Turchi come per l’eliminazione dei Kulaki ucraini, per la Shoah come per le foibe jugoslave. Insomma, i genocidi hanno tutti, nella loro matrice, un’idea di Stato-Nazione molto forte, se non addirittura patologica.

Drammatica carrellata di olocausti del Novecento europeo

D’altronde, il Novecento è stato, senza dubbio, il secolo degli ipernazionalismi: la base di questa brutta malattia politica va cercata nell’incolpevole Romanticismo e nel suo patriottismo antinapoleonico, che, passando attraverso la forgia dei grandi movimenti nazionali e irredentisti del XIX secolo, ha condotto al concetto sciovinista, quando non apertamente xenofobo, di ipernazionalismo.

ietre d'inciampo in ricordo di vittime del campo di Auschwitz
ietre d’inciampo in ricordo di vittime del campo di Auschwitz

Dal sentimento nazionale alle ideologie del primo Novecento

Tutto questo ha generato la Grande Guerra e, poco dopo, sostituendo al sentimento nazionale l’ideologia, i terribili totalitarismi novecenteschi.

Tutto, comunque, parte da questa idea etica, granitica, immodificabile e inattaccabile di Stato, come espressione delle aspirazioni politiche, militari, geografiche di un popolo. “Ein Volk, Ein Reich, Ein Fuehrer” è slogan che sintetizza perfettamente questo concetto.

La fusione perversa tra un’insensata fiducia in una visione organica e scientista della Nazione, una smisurata carica sciovinista, un’ideologia aberrante, può, in determinati momenti storici, originare mostri: non il sonno della ragione, dunque, come nell’ispirato disegno del Goya, ma una ragione priva di umanità e coscienza, in cui si riponga una fiducia cieca, è all’origine delle catastrofi umanitarie del Novecento. E questa ragione era strettamente legata a una precisa e netta visione dello Stato: lo Stato omogeneo e pietrificato.

La sede del parlamento della Bosnia ed Erzegovina dopo essere stata colpita dai carri armati serbi durante l'assedio del 1992
La sede del parlamento della Bosnia ed Erzegovina dopo essere stata colpita dai carri armati serbi durante l’assedio del 1992

Il caso elvetico come antidoto a un’idea pietrificata dello Stato

Per venire a noi, uno Stato federale, con la sua componente pattizia e con l’inevitabile compromesso che ne sta all’origine, non avrebbe mai potuto generare dinamiche storiche di questo tipo: e men che meno la Confederazione Elvetica, con il suo bagaglio di lingue, religioni e culture diverse.

Dunque, ritornando a “Metz Yeghern” e alla tragedia del popolo armeno, il fatto che il leader della moderna Turchia persista nel negare perfino che il genocidio sia mai esistito dimostra come certi temi siano ancora di stringente attualità e che una riflessione sulle forme di Stato e di governo sia tuttavia necessaria.

Centosessant’anni di Italia, nemmeno uno di federalismo…

Va da sé che, per infinite ragioni, non ultima quella oggetto di questo breve intervento, il modello federativo appaia come il futuro di tutti i Paesi ragionevoli.

Al contrario, la riproposizione dell’equivalenza Stato-Nazione ci pare un triste rigurgito del passato: un’idea obsoleta di convivenza civile, che ha già dato pessimi frutti, di cui è impossibile non tener conto.

Recupero della salma di una vittima delle foibe da parte di uomini che indossano maschere antigas per i miasmi dell'aria
Recupero della salma di una vittima delle foibe da parte di uomini che indossano maschere antigas per i miasmi dell’aria

https://youtu.be/FOiC-lX1U7

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