Più acqua per la produzione di energia elettrica
Nella seduta del 30 settembre 2022, il Consiglio federale ha approvato un’ulteriore misura volta a rafforzare la sicurezza dell’approvvigionamento di energia elettrica consentendo di aumentare, per un massimo di sette mesi la produzione di energia elettrica fino a 150 GWh.
L’ordinanza è entrata in vigore il 1° ottobre 2022 e coinvolge le centrali idroelettriche che soddisfano requisiti ecologici elevati che potranno utilizzare una quantità maggiore d’acqua per la produzione di energia elettrica.
Negli ultimi mesi il Consiglio federale ha introdotto diverse misure per ridurre al minimo il rischio di una penuria di energia durante il prossimo inverno: ha approvato la costituzione di una riserva di energia idroelettrica per la stagione invernale, consentito l’impiego di centrali elettriche di riserva, ordinato l’approvvigionamento di riserve supplementari di gas e avviato una campagna di risparmio energetico. Inoltre, nella sua seduta del 30 settembre 2022 ha deciso che determinate centrali idroelettriche dovranno avere a disposizione quantità maggiori d’acqua per la produzione di energia elettrica durante il periodo di sette mesi che va dal 1° ottobre 2022 al 30 aprile 2023. A tal fine, possono essere temporaneamente ridotti i deflussi residuali.
Saranno soggette alla regolamentazione le centrali idroelettriche che hanno ottenuto una nuova concessione d’uso dopo il 1992 e che, per motivi di natura ecologica, rilasciano deflussi residuali maggiori rispetto alle quantità minime necessarie previste dalla legge, ossia approssimativamente 45 delle circa 1500 centrali presenti in Svizzera. Il Consiglio federale prevede che questa misura consentirà di aumentare la produzione di energia elettrica di al massimo 150 GWh. Ciò corrisponde all’incirca alla produzione annuale di energia elettrica di una centrale ad acqua fluente sull’Aare o al 30 per cento della riserva decisa dal Consiglio federale per il prossimo inverno nei bacini di accumulazione svizzeri.
Energia idroelettrica in Svizzera
Ripercussioni sull’ambiente
La legge federale sulla protezione delle acque (LPAc) stabilisce i deflussi residuali minimi necessari per le centrali idroelettriche sulla base di parametri idrologici. Secondo la legge, questi deflussi residuali minimi vengono aumentati in situazioni date. L’ordinanza adottata oggi dal Consiglio federale prevede che i deflussi residuali delle 45 centrali che oggi soddisfano requisiti ambientali superiori verranno ridotti al minimo necessario per sette mesi.
Essendo limitata a sette mesi, il Consiglio federale ritiene che le ripercussioni sull’ambiente della riduzione dei deflussi residuali sia sostenibile e proporzionata al beneficio economico. In particolare, è prevista una limitazione temporanea della migrazione dei pesci, che potrà complicare la riproduzione della popolazione ittica nel 2023. Tuttavia, soltanto un’applicazione sul lungo termine della regolamentazione avrebbe un impatto irreversibile sulla biodiversità, sull’approvvigionamento idrico o sulla qualità delle acque.
I Cantoni sono responsabili dell’attuazione dell’ordinanza, mentre l’Ufficio federale dell’energia (UFE) ne è responsabile per quanto riguarda le centrali idroelettriche di frontiera. Il Consiglio federale raccomanda inoltre ai Cantoni di esaminare l’opportunità di adottare, nel proprio ambito di competenza, misure complementari volte ad aumentare la produzione di energia elettrica. Tra le misure raccomandate vi sono l’aumento temporaneo del livello d’invaso delle centrali ad acqua fluente, nella misura in cui ciò non comporti danni supplementari, come pure l’autorizzazione temporanea di un impiego ottimizzato delle centrali elettriche che va oltre la concessione.