Nicola Zanni: “A Zugo, se vuoi e lavori sodo, ottieni tanto”
L’imprenditore ferrarese, dal 2015 a capo di un’affermata società finanziaria, gode in Svizzera del paradiso in terra negato da una patria in declino
Neoquarantenne dai modi affabili ed educati, da quasi otto anni residente in Svizzera, Nicola Zanni ha coronato il sogno di vivere e di lavorare come avrebbe sempre voluto, nel cuore di un ecosistema politico ed economico che, dall’esterno, ha lungamente ammirato per il combinato disposto di federalismo e di democrazia diretta. Lo tradisce uno sguardo sereno, ricorrente caratteristica distintiva nel mondo di chi ce l’ha fatta.
Ferrarese di origini, con un importante trascorso in banca a Milano, sulla scia della laurea in economia conseguita all’Università “Luigi Bocconi”, segnatamente con specializzazione in intermediari finanziari, ha trovato proprio in riva allo Zugersee l’opportunità di far crescere una società di asset management, e non soltanto, da lui stesso fondata nel settembre del 2015.
Si tratta della NZ Investments GmbH, attualmente in crescita di fatturato, capacità di internazionalizzazione e opportunità. La sua recente nonché ultima destinazione è Baar, località dagli atout burocratici e fiscali capaci di stupire anche in un contesto di per sé eccezionale come Zugo.
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Da Ferrara a Zugo, via Milano e Lugano: che cosa l’ha portata, ormai sei anni or sono, a trasferirsi armi e bagagli nella Confederazione Elvetica?
“Erano tanti anni che covavo il desiderio di emigrare in Svizzera. Il mio primo viaggio in Svizzera è datato giugno 2006, all’età di 26 anni. Vivevo e lavoravo in banca a Milano. Un giorno ho deciso di fare un giro a Lugano: me ne sono subito innamorato. Ho pensato: prima o poi verrò a vivere qui. Ricordo nitidamente quel giorno e l’impressione meravigliosa che mi aveva fatto Lugano: la pulizia, la cura, l’ordine, i colori più vivi, l’atmosfera tranquilla unita a quella di una cittadina dal sapore internazionale. Tutto ai miei occhi luccicava. Tanto che negli anni successivi abbiamo organizzato ben tre capodanni luganesi. Da quel momento ho cominciato a frequentare Lugano per i motivi più disparati. Chiaramente nel 2006 ero ancora giovanissimo e non potevo pensare di intraprendere una professione in Svizzera. Ricordo però che avevo scaricato un file, nella banca presso la quale lavoravo, che parlava proprio della sua filiale Svizzera. Nel 2011 e 2013 arrivano i primi colloqui di lavoro con società di gestione patrimoniale del Canton Ticino. In quegli anni prendo la decisione definitiva di emigrare. Diciamo che, oltre all’amore incondizionato per la Svizzera, avevo anche intuito che si sarebbe aperto un divario abissale quanto a condizioni economiche e standard di qualità della vita con la Penisola”.
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Di che cosa si occupa esattamente la società di cui è fondatore e Direttore, la NZ Investments? Quali servizi e consulenze offre?
“La società di cui sono fondatore si occupa principalmente di creazione di veicoli di investimento alternativo e di offshore relocations per imprenditori SMEs (small and medium businesses). Abbiamo la licenza federale per la advisory finanziaria e lavoriamo in qualità di trader ed advisor di prodotti di investimento (hedge funds, certificate, etc.) da noi creati od anche di terzi. Collaboriamo con diverse banche in Svizzera. Aiutiamo i nostri clienti professionali e istituzionali ad aprire conti in territorio svizzero, emiratino, inglese od americano e, sulla base di un mandato fiduciario, possiamo seguire i loro averi. Siamo inoltre attivi nella offshore company formation e offshore banking, con la costruzione di strutture che consentano ai nostri investitori di potere rilocarsi effettivamente in Svizzera e di ottimizzare la loro situazione fiscale e societaria. Posso affermare, senza ombra di dubbio, che il nostro Gruppo e’ in grado di montare strutture con un certo grado di complessità. Targetizziamo solo Paesi extra EU che riteniamo, per diversi motivi, più interessanti e dinamici di quelli della vecchia Europa : Svizzera, U.A.E. , Florida , U.K., Caribbean Community, … Lavoriamo indifferentemente con individui e persone giuridiche”.
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Consiglierebbe la Confederazione Elvetica a una piccola o media impresa di un altro Paese, europeo o no? E perché?
“Assolutamente sì, ça va sans dire. Prima di tutto perché l’ho fatto io in prima persona diversi anni fa. Mi piace consigliare agli altri soltanto cose che ho già fatto o che conosco molto bene. La Svizzera è costantemente sul podio mondiale in quanto a libertà d’impresa. Esistono diversi ranking che vengono stilati annualmente e la Confederazione guadagna sempre una posizione sul podio. In questa Nazione si respira libertà economica e libertà d’impresa in ogni angolo. Lo si capisce solo quando lo si prova sulla propria pelle e lo si paragona agli ‘inferni fiscali’ da cui si proveniva. Senza volere aprire il romanzo che meriterebbe questo tema, posso molto brevemente, e non certo esaustivamente, citare la tassazione molto moderata sulle società (alcuni Cantoni sono nei primissimi posti del ranking mondiale), la bassa tassazione sugli individui, la burocrazia molto contenuta ed efficiente. La concorrenza fiscale tra i Cantoni – e i Comuni – è il cuore pulsante del federalismo elvetico. Si concretizza in uno degli oneri fiscali più bassi al mondo e in una delle amministrazioni pubbliche più efficienti, responsabilizzate e vicine al cittadino. Il federalismo fa sì che i cittadini siano veramente tutt’uno con lo Stato e che lo Stato non diventi un’entità ostile e parassitaria a se stante. I dipendenti pubblici sono equiparati a quelli privati Gli amministratori cantonali sono conosciuti ed eletti dalla popolazione locale a cui riferiscono direttamente”.
Se non le fosse più possibile risiedere dove vive ora, in quale altro Cantone svizzero le piacerebbe vivere e lavorare? E per quali motivi?
“Premettendo che per me Zug è la casa definitiva, che da qui non me ne andrò mai e che conto i giorni per potere richiedere la cittadinanza svizzera, rispondo Ticino e Nidvaldo. In Ticino ho vissuto diversi anni, lo conosco molto bene ed è un luogo del cuore per me. Oltre che per il fatto che, turisticamente parlando, è il Cantone più bello della Svizzera: non a caso qui viene chiamato ‘Sunnestube’. Dico anche Nidvaldo, poiché a livello di condizioni imprenditoriali e fiscali è il vero competitor di Zug. Oltre a ciò, è uno stupendo Cantone: il suo affaccio al Lago dei Quattro Cantoni vede una serie di località paradisiache con un microclima mite e tante belle spiagge”.
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Quali sono i maggiori competitor nazionali e internazionali dell’ecosistema zughese e quali le maggiori sfide da affrontare?“
A livello mondiale il Kanton Zug è un top performer. Pochissime giurisdizioni al mondo possono essere comparate col nostro Cantone. Mi riferisco a Monaco, Emirati Arabi Uniti, Singapore. Alcune di queste giurisdizioni prevedono tassazioni personali e societarie ancora più basse di quelle del Kanton Zug. Il problema è che nessuna di queste giurisdizioni presenta standard di qualità della vita, sicurezza sociale e sanità paragonabili a quelli svizzeri. Si tratta quindi di ponderazioni personali tra ‘comparables’, dove non esiste un primo in classifica, ma una location migliore in base a determinate esigenze. Noi sappiamo bene come e dove indirizzare le persone e le aziende”.
Se un domani si occupasse di politica in Svizzera, quali proposte vorrebbe sottoporre all’esame del popolo e dei Cantoni?
“Grazie per la domanda. Questo è un obiettivo che mi piacerebbe raggiungere un giorno. Seguo molto la politica svizzera. Amo il sistema politico ed istituzionale elvetico, del resto ho scelto la Svizzera come mia nuova Patria anche per questo. Adoro il sistema di democrazia diretta, che a mio avviso è in assoluto il migliore del mondo (e sicuramente guardato, con un mix tra rabbia ed invidia, da certe élites internazionali…). Nel tempo libero ho elaborato diverse idee di iniziativa popolare che mi piacerebbe proporre in futuro. Secondo me la piazza elvetica diventerebbe ancora più attrattiva se abolisse la tassa di bollo federale, l’imposta sulla sostanza e se ancorasse il (già presente) segreto bancario in Costituzione. Inoltre, penso che i tempi siano maturi per abolire i limiti di velocità soltanto sulle Autobahn, le autostrade. Sarebbe anche carino, per la salvaguardia della identità nazionale, riconoscere lo Schweizerdeutsch come lingua ufficiale, ingaggiando una giuria di esperti che ne stili una base comune. A monte di tutto, ritengo che la modifica legislativa più importante deve essere quella che sancisce che il diritto svizzero deve sempre e comunque prevalere su qualsiasi organizzazione sovranazionale. A cominciare dal totale rifiuto del deleterio accordo quadro proposto da una decadente Unione Europea”.
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Ritiene gli istituti di democrazia diretta e la ripartizione federale dei poteri, propri della Confederazione Elvetica, ulteriormente migliorabili? Eventualmente, dove e come lo sarebbero, secondo il suo giudizio? E che cosa sarebbe meritevole di un’eventuale esportazione “chiavi in mano” in altre Nazioni?
“Credo che siano già molto ben funzionati. Mi ricollego alla domanda precedente ribadendo che nessuna organizzazione sovranazionale dovrebbe mai interferire né tanto meno potere imporre alla Confederazione le proprie norme. Se proprio vogliamo individuare un difetto, lo identifico in questo pericolo. Viviamo in un mondo in cui esistono azioni da élites globaliste per togliere potere ai singoli paesi. Questi pericoli vanno respinti con più forza e autorità possibile. Se la Svizzera è così ricca, sicura e presenta questi elevati standard di qualità della vita e di armonia sociale, lo si deve proprio alla sua essenza. Esiste la democrazia diretta, il federalismo, gli amministratori preparati, vicini alla gente l’economia più liberale possibile in termini di tassazione e presenza dello Stato. Qui esiste un concetto meraviglioso e direi quasi commovente per chi, come me, tanti anni fa viveva in un tax hell: i Cantoni specificano che il cittadino non è visto come un taxpayer, bensì come un cliente. Da ultimo, ma non certo in ordine di importanza, la Svizzera prevede una rigorosa e seria politica dell’immigrazione. Qui arrivano immigrati ‘skillati’, qualificati, in grado di portare valore aggiunto (o di portare ingenti assets nella Confederazione). Solo chi detiene un contratto di lavoro a tempo indeterminato e un adeguato alloggio – a volte serve anche un ‘invito’ in qualità di risorsa ‘high qualified’ – può ambire a diventare residente permanente della Svizzera. Il percorso per diventare cittadino è ancora più complesso e questo lo trovo sacrosanto”.
Nell’abitazione che divide con sua moglie a Zug in salotto campeggia una litografia del Castello Estense di Ferrara: rimpiange la stagione di autonomia e di libertà degli Stati pre-unitari, in primis italiani e tedeschi? Che opinione ha di quella lunga epoca di federalismo “di fatto”, un po’ ante litteram?
“Sì. Ritengo che l’Italia abbia una sola chance di funzionare bene: copiare al 100 per cento il sistema politico ed economico svizzero. Se il Paese fosse diviso in tre diverse macro aree – ‘Cantoni’ o ‘Repubbliche’ – la situazione sarebbe drammaticamente diversa per motivi che qui sarebbe troppo lungo spiegare. Adesso, invece, ritengo che la Penisola sia destinata al protrarsi di una lenta agonia, che dura da una dozzina d’anni, che sfocerà in un punto di rottura dovuto a fattori esogeni, in quanto la classe politica interna è troppo assoggettata od incapace (o un letale mix delle due situazioni) per prendere decisioni epocali, come ad esempio l’abbandono dell’Euro”.
Il Canton Zugo non si accontenta: imposte ancora più giù…
Il Cantone di Zugo sembra aver raccolto in maniera puntuale e tempestiva, nella fattispecie meglio di altri, le opportunità offerte dalle criptovalute e dalle tecnologie blockchain: quali potrebbero essere in loco gli ulteriori step di crescita commerciale e scientifica?
“Noi lavoriamo anche con banche crypto. Le conosciamo bene e riteniamo che il potenziale sviluppo del settore sia stratosferico. Certamente, con perimetri diversi rispetto a quelli attuali. Adesso ci troviamo in una fase ancora iniziale che ricorda molto da vicino la bolla finanziaria delle società high-tech del NASDAQ a cavallo tra la fine degli Anni 90 e l’inizio del nuovo millennio. In quel tempo, qualsiasi società si chiamasse xxx.com e si quotasse in Borsa, vedeva un’esplosione del prezzo non giustificata da nessun fattore fondamentale se non l’euforia irrazionale che pervadeva quel settore. Poi, come spesso accade, la bolla è scoppiata e sono rimaste attive solo le aziende più solide. Certamente non è scomparsa Internet. Come certamente ora non scompariranno la blockchain e il concetto di cryptocurrency. Mi lasci infine dire due parole su Zugo. Alcuni, erroneamente, lo associano ad un Cantone fatto solo di business, paradisi fiscali e Bitcoin. Niente di più falso. Questo Cantone è prima di tutto un luogo meraviglioso in cui vivere. La qualità della vita ha standard tra i più elevati al mondo. Ogni infrastruttura è pensata per le famiglie. I laghi, le spiagge, le montagne, le spa, i campi da gioco pubblici sono luoghi meravigliosi. L’amministrazione cantonale è superlativa nell’efficienza e si dimostra amica del cittadino. Tra le tante cose, basta ricordare i CHF 100 per cittadino che ha donato in occasione della pandemia di Coronavirus per sostenere l’economia locale. Oppure gli aiuti a fondo perduto arrivati in pochissimi giorni e soltanto compilando un formulario in formato foglio A4. Mentre il resto del mondo annaspava, qui si viveva sereni nonché mai martellati da media negativi. In definitiva, consiglierei a chiunque abbia un sogno imprenditoriale e tanta voglia di fare di venire qui. Se vuoi e lavori sodo, qui ottieni. Io sono soltanto un esempio, una goccia nell’oceano…”.
Bravo…bella analisi….ma Zugo (e un po dappertutto nella Confederazione) non si é campioni della creazione di Paradisi fiscali e altre scappatoie per sottrarre capitali in imposte che “normalmente” andrebbero alle casse di molti Stati nol mondo !? Ma ho apprezzato i suoi commenti sul Ticino (ci sono nato !) Il mio paradiso l’ho trovato nel Québec quando ho emigrato nel 1968 !