La conferenza stampa di presentazione di Innovabiomed a Verona

“Il biomedicale di Mirandola? Eccellenza mondiale d’Europa”

Le idee e gli auspici dei promotori e degli organizzatori di Veronafiere, Confindustria Dispositivi Medici, Confimi Industria Sanità e distrettobiomedicale.it

Il 9 giugno scorso, a margine della conferenza stampa di presentazione di “Innovabiomed”, il network place per l’innovazione biomedica che si svolgerà al Centro Congressi Palaexpo di Verona il 2 e 3 luglio prossimi, hanno parlato i rappresentanti dei maggiori soggetti coinvolti nell’organizzazione dell’evento.

Il logotipo del network place "Innovabiomed"
Il logotipo del network place “Innovabiomed”

Vale così la pena approfondire le idee e le considerazioni degli “addetti ai lavori” più importanti, parole che anticipano con grande capacità di comprensione del futuro le novità collegate in maniera diretta o indiretta allo sviluppo del distretto biomedicale di Mirandola e, in generale, al settore della sanità nel contesto della pandemia di COVID19 che ha interessato il pianeta…

A Verona il 2-3 luglio c’è il biomedicale di “Innovabiomed”

Maurizio Danese, presidente di Veronafiere (Foto Ennevi)
Maurizio Danese, presidente di Veronafiere (Foto Ennevi)

Maurizio Danese, presidente di Veronafiere
“Dal 15 giugno potrà ripartire il sistema fieristico italiano, in presenza e sicurezza, e ‘’Innovabiomed’’ a luglio sarà la terza rassegna in ordine di tempo che segnerà la definitiva ripresa del nostro calendario, dopo oltre un anno di stop imposto dalla pandemia. Il COVID ci ha reso tutti ancora più consapevoli che parlare di salute significa riferirsi prima di tutto ai progressi della ricerca. Per questo il format e i temi di ‘’Innovabiomed’’ sono quanto mai d’attualità in questo scenario. Il biomedicale è un settore che vede le imprese del made in Italy ai vertici. In particolare, sviluppo e produzione dei dispositivi biomedicali sono un’eccellenza che ha in Mirandola il più importante distretto in Europa e il secondo al mondo. Con ‘Innovabiomed’ abbiamo voluto mettere a sistema le competenze di Veronafiere, con distrettobiomedicale.it, un comitato scientifico di alto profilo con medici, ricercatori e studiosi di livello internazionale e primari partner del territorio e nazionali. Il tutto per creare un momento di confronto per le imprese della filiera e i suoi attori. Con 123 anni di attività come organizzatori di eventi, conosciamo bene il valore e la necessità di imboccare nuove strade per confermarci uno strumento di promozione per il business delle imprese, sempre competitivo. Una sfida che come Veronafiere abbiamo accettato, nella consapevolezza di poter dare come sempre con professionalità e impegno il nostro contributo”.

“Innovabiomed”: 20 happening, 100 relatori, tanto networking

Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere (Foto Ennevi)
Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere (Foto Ennevi)

Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere
“Il COVID ci ha insegnato che nel futuro dovremo mettere l’industria della salute sempre più al centro del nostro sviluppo. Saranno fondamentali investimenti in ricerca, ma anche in infrastrutture, per garantire la produzione e la fornitura di strumenti medici e farmaci essenziali. Con ‘Innovabiomed’ vogliamo fare la nostra parte, in questo particolare momento ‘storico’, alla crescita di una filiera così strategica. Il format della rassegna è quello ‘confexpo’, modello sempre più diffuso e che rappresenta l’evoluzione in atto nel sistema fieristico internazionale, unendo alla parte espositiva una sempre più forte componente legata a contenuti di alto profilo. I risultati ottenuti nella prima edizione del 2018 ci hanno fatto comprendere le enormi potenzialità ancora da sviluppare in questo comparto e il valore di ‘Innovabiomed’. Parola chiave della due-giorni di luglio sarà la multidisciplinarietà, dal momento che l’evento punta a mettere in connessione l’innovazione nelle diverse aree scientifiche: dalla fisica alla meccanica, dalla biologia alla scienza dei materiali, dall’ingegneria all’informatica. ‘Innovabiomed’ vuole rappresentare quindi uno strumento di sintesi, come sottolinea il payoff ‘Network place per l’innovazione biomedica’. E l’augurio è che possa dare il proprio contributo concreto verso nuovi traguardi, sempre più ambiziosi perché è con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati”.

Il programma completo di “Innovabiomed” 2021

Alberto Nicolini, co-organizzatore dell’evento Innovabiomed (Foto Ennevi)
Alberto Nicolini, co-organizzatore dell’evento Innovabiomed (Foto Ennevi)

Alberto Nicolini, co-organizzatore di “Innovabiomed”
“L’emergenza sanitaria legata al COVID19 ha evidenziato quanto il settore dei dispositivi medici e biomedico in generale sia non solo strategico per il Paese, ma importante per la vita di ciascuno di noi. Le aziende che sono quotidianamente impegnate in questo campo contribuiscono con il loro lavoro, insieme a medici e ricercatori, a migliorare la qualità della vita dei cittadini. Ora dobbiamo guardare al futuro con ottimismo, sostenendo chi è impegnato nell’innovazione e sapendo che questa può concretizzarsi solo grazie ad un grande lavoro di squadra che veda tutte le parti coinvolte, piccole e grandi imprese, mondo della ricerca e istituzioni, fianco a fianco con un unico obiettivo. Quello biomedicale è un settore che può valorizzare tanti talenti e che offre prospettive professionali importanti a chi sa coglierne le opportunità. Per questo, alla base di ‘Innovabiomed’, c’è una visione multidisciplinare che ha l’obiettivo di mettere in relazione tutte le diverse aree che contribuiscono all’innovazione: dalla biologia alla chimica, dall’elettronica all’informatica, dall’ingegneria dei materiali al settore meccanico. Serve coraggio e serve ottimismo, serve guardare al futuro senza paura ma con consapevolezza, la consapevolezza che fare rete in Europa è l’arma più importante per ‘ripartire’ e che ‘Innovabiomed’ è un luogo dove la ripartenza trova linfa vitale”.

Tra Facebook e la Stanford University corre l’Emilia-Romagna

Massimiliano Boggetti, presidente Confindustria Dispositivi Medici (Foto Ennevi)
Massimiliano Boggetti, presidente Confindustria Dispositivi Medici (Foto Ennevi)

Massimiliano Boggetti, presidente Confindustria Dispositivi Medici
Le imprese dei dispositivi medici hanno saputo far fronte alla pandemia compiendo uno sforzo enorme per cercare di mettere a disposizione capacità produttiva, ma anche ricerca e sviluppo di nuove tecnologie. In pochissimo tempo abbiamo supportato le imprese di altri settori nella fase di riconversione, ma anche immesso sul mercato nuovi device per la diagnosi, la prevenzione e la cura del COVID19. Penso ad esempio alla varietà di nuovi test, ma anche ai saturimetri diventati ormai di uso comune, ai ventilatori polmonari o i dispositivi di protezione monouso. Il mondo dei dispositivi medici è un universo dove meraviglia e scienza danno vita all’innovazione, che è alla base di 1,5 milioni di tecnologie per la salute e il benessere delle persone. In Italia il settore dei dispositivi medici conta 4.323 aziende, che occupano 94.153 dipendenti, oltre alle 329 start-up e PMI innovative, particolarmente attive negli ambiti delle biotecnologie, stampa 3D, robotica, materiali avanzati, Ict, fotonica e nanotecnologie. Per le sue caratteristiche, il mondo dei dispositivi medici è quindi campo privilegiato per lo sviluppo e applicazione di innumerevoli scienze e tecnologie, tanto da contare importanti tassi di investimento e innovazione. Complessivamente, nel 2019 in Italia, gli investimenti in ricerca e sviluppo sono stati pari a 934,5 milioni di euro. Quest’ultimo dato, purtroppo, mette in luce una scarsa attrattività dell’Italia come Paese nel quale svolgere sperimentazioni cliniche nonostante la forte competitività scientifica e clinica del nostro SSN. Viviamo un momento straordinariamente unico per il nostro settore: 20 miliardi di investimenti del PNRR e nuovi Regolamenti che sottintendono tanti investimenti in studi clinici, che se messi a sistema con il rafforzamento della produzione delle nostre imprese potrebbero generare la ripartenza del nostro Paese dopo il COVID, migliorando contestualmente la salute degli italiani. In quest’ottica sarebbe anche importante favorire studi clinici precoci in modo da ottenere informazioni preliminari su una tecnologia medica innovativa durante il processo di sviluppo, soprattutto in un settore come il nostro caratterizzato dalla continua evoluzione tecnologica e dall’innovazione. Si parla sempre più di studi di fattibilità precoce (Early Feasibility Studies – EFS) e i vantaggi sono evidenti, incoraggiano l’innovazione e semplificano il processo necessario per garantire l’accesso al mercato di tecnologie di qualità, sicure ed efficaci. È un tema centrale e di grandissimo interesse per il nostro settore che avremo il piacere di approfondire proprio a ‘Innovabiomed’ il prossimo 2 luglio. L’evento sarà l’occasione per discutere delle opportunità che gli studi potrebbero offrire alle nostre imprese e al Servizio Sanitario Nazionale”.

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Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità (Foto Ennevi)
Massimo Pulin, presidente di Confimi Industria Sanità (Foto Ennevi)

Massimo Pulin, presidente Confimi Industria Sanità
“Al contrario di quanto si è potuto pensare in piena emergenza COVID, le piccole e medie imprese che operano nel settore salute e sanità, al pari di altri comparti, hanno vissuto la pandemia a due velocità: c’è infatti chi ha subito una battuta d’arresto, un forte rallentamento perché opera nel campo dei dispositivi orto protesici, servizi alla persona, centri di fisio-chinesi-terapia, poliambulatori, fornitori dei dispositivi per sale operatorie, non inseriti per necessità e per contingenza fra quelli considerati “salva vita” e chi ha collaborato attivamente al superamento dell’emergenza fornendo costante assistenza a pazienti e strutture sanitarie, andando perfino a supportare il SSN lì dove le lacune sono state acuite dall’emergenza sanitaria stessa. ‘Innovabiomed’ è il primo appuntamento per tornare a fare squadra, di più networking. Le relazioni non sono infatti importanti solo per una questione di opportunità di business ma sono lo strumento che lega a doppio filo impresa e ricerca. Le sinergie con le università, con gli incubatori, con i finanziatori. Lì dove la costante innovazione tecnologica, di prodotto o di processo, è alla base di un lavoro di qualità che contraddistingue da sempre le nostre pmi. Ed è per questo che Confimi Industria Sanità ha scelto di esserci e di farlo come partner, per far toccare con mano il valore aggiunto di una rete che non è solo fatta di numeri”.

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Carlo A. Adami, presidente del comitato scientifico di Innovabiomed
Carlo A. Adami, presidente del comitato scientifico di Innovabiomed

Carlo A. Adami, presidente comitato scientifico “Innovabiomed”
“’Innovabiomed’, finalmente, vede la luce dopo gli evitabili rinvii causati dalla tragedia che ha colpito tutti a livello mondiale. La tecnologia, avanzatissima a livello sanitario, si è trovata ad affrontare scenari imprevisti e ‘Innovabiomed’ sarà il luogo in cui presenteremo in anteprima delle soluzioni che ci rendono orgogliosi di essere italiani. Negli ultimi mesi c’è stato un proliferare poco controllato di iniziative ed eventi dedicati al mondo dei dispositivi medici, ci tengo a sottolineare che ‘Innovabiomed’ rimane unico nel suo genere: c’è un filone nel network place ben preciso che è quello legato all’innovazione biomedica. Saranno presenti tutte le persone che, con la loro attività, danno vita alla realizzazione del prodotto finale e, soprattutto, abbiamo individuato delle tavole rotonde con composizioni e finalità ben precise affinché siano funzionali al processo innovativo. Ogni partecipazione ha una sua valenza e credibilità, siamo certi che ‘Innovabiomed’ sarà un punto fermo, non solo per lo sviluppo tecnologico, ma anche per il benessere della nostra società”.

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Giampaolo Tortora, membro del comitato scientifico di Innovabiomed
Giampaolo Tortora, membro del comitato scientifico di Innovabiomed

Giampaolo Tortora, comitato scientifico “Innovabiomed”
“Le doverose attenzioni per il COVID19 di fatto hanno purtroppo spostato la luce dei riflettori da patologie ad alto impatto come i tumori. In una sanità che ha dovuto convogliare le forze e andare alla guerra col virus, abbiamo registrato ritardi enormi per i pazienti oncologici, sia nell’avvio delle terapie che nella diagnosi, due temi importanti ma diversi tra loro. Per il primo aspetto i numeri sono molto significativi: in tutta Italia abbiamo avuto oltre 400mila interventi oncologici in meno, il 64 per cento di ritardo negli interventi di chirurgia oncologica programmati, quasi il 50 per cento dei trattamenti terapici ritardati o spostati. Abbiamo avuto un 20 per cento di pazienti oncologici che non sono andati a fare trattamenti programmati e dei ritardi importanti nella continuità della cura per chi aveva già avuto una diagnosi di tumore. Un problema altrettanto grave, se si pensa ai grandi progressi che la diagnosi precoce ha portato nella possibilità di affrontare i tumori nel migliore dei modi, è che nel 2020 sono stati fatti 2 milioni di esami di screening in meno rispetto al 2019, parliamo di controlli standard, dalla mammografia al pap test, e così via, con ritardi nella diagnosi di molte settimane mediamente, talvolta di mesi. Alcune decisioni legate alla ripartenza post COVID sono di natura politico-organizzativa e sono anche i luoghi come ‘Innovabiomed’ che accendono i riflettori su problematiche fondamentali, come ad esempio l’urgenza di incrementare il personale sanitario, far ripartire una campagna massiccia di prevenzioni di screening in tutte le regioni e rifondare la medicina territoriale perché anche quella è stata ridotta al minimo dell’efficacia. L’innovazione può e deve affiancare e sviluppare delle misure di carattere politico-organizzativo e allo stesso tempo rafforzare gli sviluppi tecnici, in particolare quelli dei sistemi diagnostici e di monitoraggio a distanza, come la Telemedicina, che a ‘Innovabiomed’ viene promossa con forum specifici su nuove tecnologie e strumentazioni. Mi auguro che a ‘Innovabiomed’ partecipino anche le direzioni generali e strategiche di ospedali e centri di ricerca perché è un luogo in cui ci si può confrontare sulle innovazioni e sulla possibilità di implementarle nelle proprie strutture sanitarie. Sarà anche questo ‘Innovabiomed’: una proposta di innovazione biomedica e scientifica, ma anche un momento di condivisione con gli amministratori della salute e coi responsabili della gestione delle strutture ospedaliere”.

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Gino Gerosa, membre del comitato scientifico di Innovabiomed (Foto Ennevi)
Gino Gerosa, membre del comitato scientifico di Innovabiomed (Foto Ennevi)

Gino Gerosa, comitato scientifico “Innovabiomed”
“Il periodo pandemico è stato fonte di numerose problematiche che hanno inevitabilmente colpito anche le chirurgie specialistiche. Si sono dovuti affrontare gli interventi di urgenza ed emergenza quindi tutta la parte di elettiva è stata sostanzialmente ridotta e penalizzata e adesso necessita di essere recuperata. A maggior ragione oggi è importante l’innovazione nella chirurgia e sicuramente è fondamentale ciò che si sta facendo relativamente alla cardiochirurgia micro-invasiva. La capacità di correggere le alterazioni strutturali cardiache senza la necessità di utilizzare la circolazione extracorporea ha assunto un ruolo determinante, utilizzando tutto quello che la tecnologia può metterci a disposizione in questo campo. Altro settore in grande evoluzione è quello legato alla terapia sostitutiva di organi e tessuti, lo sviluppo della medicina rigenerativa e dell’ingegneria tessutale sta aprendo scenari di assoluta rilevanza. ‘Innovabiomed’ può essere un punto di riferimento per lo sviluppo delle tecnologie innovative ed è sicuramente un luogo dove sarà possibile vedere ciò che le nuove tecnologie mettono a disposizione”.

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