I pericoli insiti nel MES svelati in Svizzera in un convegno
A Uster l’economista Emanuele Gargiulo, moderato da Andrea Schenone di “Swiss Federalism”, ha illustrato i troppi vizi del Meccanismo Europeo di Stabilità
Venerdì 20 dicembre 2019, l’associazione “Swiss Federalism” ha tenuto a Uster, nel Canton Zurigo, un convegno sul MES, il cosiddetto “fondo salva Stati”,
elaborato nell’alveo dell’Unione Europea e con sede legale nel Granducato del Lussemburgo.
Sotto la moderazione del presidente della nuova associazione di diritto svizzero, che mira a promuovere le positive peculiarità del federalismo e del sistema economico e politico della Confederazione Elvetico a livello internazionale, l’analista finanziario sangallese Andrea Schenone, è intervenuto un ospite d’eccezione.
Emanuele Gargiulo, economista di un’importante istituzione finanziaria operativa nella città sulla Limmat, ha presentato le slides di un proprio lavoro sul tema, raccontando il Meccanismo Europeo di Stabilità in una prospettiva inedita.
Quelle giravolte dei parlamentari italiani
Nel Canton Zurigo è stata spiegata la grande “confusione” politica sul tema, in particolare di quei parlamentari della Repubblica Italiana, deputati e senatori, che nel giro di pochi mesi hanno cambiato radicalmente idea sulla questione (considerata prima un “rischio terribile da evitare” e poi “un’assicurazione sulla
vita”), raccontandone altresì la genesi, i presupposti storici e la struttura giuridica e amministrativa.
Il direttore del MES è oggi Klaus Regling, classe 1950, originario di Lubecca, ex Ministro dell’Economia della Repubblica Federale Tedesca, nominato nel 2012.
I membri dello European Stability Mechanism godono dell’immunità e dell’inviolabilità degli atti, ma non soltanto: l’ESM altro non è che una semplice “società anonima” di capitali, soggetta alla legislazione lussemburghese sulle compagnie commerciali del 10 agosto 1915.
Il meccanismo sembrerebbe chiaramente penalizzare gravemente l’Italia in caso di un suo utilizzo e di venire incontro soprattutto alle necessità di tutela degli interessi della Germania.
Sembra esso l’ennesimo tassello della “genuflessione” a Berlino dei governi succedutisi a Palazzo Chigi, da
Mario Monti in poi, gabinetti espressione non di una chiara volontà popolare, ma di “inciuci” di palazzo, anche tra partiti di minoranza…