Romanzo L’Età Perduta
Zaira Sellerio consiglia la lettura di Maria Pace, autrice de L’Età Perduta, un romanzo che unisce storia, ecologia e fantasia in un’avventura emozionante tra passato e futuro.

Trama
L’Età Perduta di Maria Pace è un romanzo storico-ecologico dal tocco fantastico. Racconta l’avventura di Taur, un ragazzo preistorico catapultato nell’era tecnologica, mettendo a confronto due civiltà: l’homo sapiens sapiens e l’homo technologicus. Un racconto avvincente, ricco di scoperte e suspense, che trascina il lettore in un viaggio tra passato e futuro.
Recensione a cura di Zaira Sellerio
È un brano tratto da un libro che ho letto e che, dalla prima all’ultima parola, ha suscitato in me una sinfonia di indicibili emozioni.
La scena si svolge al Polo Nord, un luogo fiabesco e fantasmagorico, una città di ghiaccio ai confini del mondo, sotto un cielo dalla limpidezza sconosciuta ad altre latitudini.
“L’ETÀ PERDUTA” è il titolo di questo libro, scritto da Maria Pace, scrittrice e ricercatrice di antiche culture.
È un libro che ha fatto da supporto a laboratori didattici in numerose scuole ed è quindi rivolto a un pubblico giovanile.
Sento dire spesso che i ragazzi non amano la lettura, preferendo giochi elettronici ed altri svaghi simili. Probabilmente è vero.La ragione, però, va ricercata nel fatto che i libri destinati ai ragazzi sono pochi e spesso poco coinvolgenti.
Maria Pace, invece, è riuscita, con una narrazione semplice, scorrevole e a tratti divertente, a catturare e soddisfare le aspettative di un lettore esigente come un ragazzo in età scolare.
Pensare, però, che questa lettura sia destinata solo ai ragazzi è un errore: “L’ETÀ PERDUTA” è un libro per tutta la famiglia.Lo è perché tratta tematiche sociali e ambientali con l’intento di sensibilizzare i ragazzi (e non solo loro) ai problemi che affliggono il nostro pianeta.
L’approccio dell’autrice, tuttavia, non è drammatico o pesante, ma leggero, coinvolgente e, a tratti, anche commovente.
“Candida conchiglia non più in grado di proteggere la preziosa perla – continua la lettura, in un crescendo di emozioni – il ghiaccio si aprì mostrando il rostro di un’imbarcazione…”
La “preziosa perla” è un ragazzo di un’altra epoca, un tempo lontano, imprigionato tra i ghiacci e proiettato…Ma non voglio togliere al lettore il piacere della scoperta e mi fermo, invitandolo a proseguire.
Ecco, amici, ricerca e scoperta sono il filo conduttore di questo libro, un viaggio che risveglia i sensi e insegna il rispetto per sé stessi e per gli altri.Due civiltà a confronto, due culture: quella primitiva e quella tecnologica; il rapporto tra uomo e ambiente, dalla preistoria a oggi.
È un libro adatto a chi ama la Storia, l’Avventura, le Tradizioni, il Rispetto e l’Ambiente… il cui finale, però, è un monito per l’umanità.
“La fine era giunta e tutti lo sapevano. Il mondo intero lo sapeva; bollettini medici diramavano ogni ora la sofferenza e l’agonia di quel ragazzo che la civiltà tecnologica stava uccidendo…”
Ed ecco il finale, drammatico nella sua essenzialità, ma profondo come insegnamento per tutti:
Gabriella si chinò su di lui, lo chiamò.
“Taur.”
Taur levò uno sguardo offuscato, lontano, remoto, irraggiungibile…
“Tasin…” rispose.
“Chi è Tasin?” domandò il dottore alle sue spalle.
“È sua madre…”
E Gabriella prese tra le sue la mano che Taur tendeva in avanti, come se davvero sua madre fosse lì, venuta a riprendersi quel figlio da un mondo tanto stupido e incosciente.
Taur non rispose. Taur non poteva più rispondere.
Simone si girò verso la porta; ora potevano entrare tutti a piangere l’amico perduto.
So che spesso si dice di non rivelare il finale di un libro, e spero che l’autrice non me ne voglia, ma credo che in alcuni casi si debbano fare delle eccezioni.
La lettura di questo libro è davvero utile e interessante, ed è per questo che lo consiglio a tutti, in particolare a insegnanti e professori, affinché venga letto sui banchi di scuola.
Lo consiglio perché è un libro capace di sensibilizzare i giovani lettori sulle problematiche sociali e ambientali, ricordando a noi adulti che il mondo che lasciamo loro in eredità è meraviglioso, ma fragile e ferito.