Personale dell'Amministrazione Federale delle Dogane in servizio come Guardia di Frontiera

Ancora molto scarso l’interesse per la procedura di riporto

Non decollano i versamenti IVA diretti per le importazioni all’Amministrazione Federale delle Contribuzioni anziché all’Amministrazione Federale delle Dogane

Dal 2018 le condizioni per l’applicazione della procedura di riporto in Svizzera sono state allentate. Ciononostante, l’interesse per tale procedura non è cresciuto più di tanto.
Nella seduta del 12 maggio 2021, il Consiglio Federale ha preso atto del relativo rapporto.
A determinate condizioni, gli importatori possono infatti dichiarare l’Imposta sul Valore Aggiunto dovuta sull’importazione di beni nel rendiconto IVA che trasmettono all’Amministrazione Federale delle Contribuzioni (AFC) tramite la procedura di riporto, anziché versarla all’Amministrazione Federale delle Dogane (AFD).
Il rapporto sulla riscossione semplificata dell’IVA all’importazione di merci mostra ora che, malgrado l’abbassamento del valore soglia da 50.000 a 10.000 franchi dei crediti d’imposta precedente applicabile dal primo gennaio 2018, la domanda della procedura di riporto non è cresciuta più di tanto.

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Gli autorizzati a tale procedura aumentato da 407 a 423

Tra il primo gennaio 2018 e il primo gennaio 2021, infatti, il numero degli assoggettati autorizzati ad applicare tale procedura è aumentato da 407 a 423. Di conseguenza, si rinuncia a un ulteriore abbassamento del valore soglia.
Il Consiglio Federale ha incaricato il Dipartimento Federale delle Finanze (DFF) di verificare quante imprese sono passate alla procedura di riporto dopo l’abbassamento del valore soglia, al primo gennaio 2018, da 50.000 a 10.000 franchi dei crediti d’imposta precedente.
Il mandato risale al 2016, quando è stato adottato il rapporto in adempimento del postulato 14.3015 depositato dalla Commissione dell’Economia e dei Tributi del Consiglio Nazionale.

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