A Zurigo i veri “Stati Generali” degli italiani all’estero
Convegno di “Swiss Federalism” il 5 dicembre sulla situazione politica del Belpaese tra Europa, richieste di autonomia e istanze di tutela dei molti “expat”
Giovedì 5 dicembre 2019, “Swiss Federalism” ha tenuto un convegno di altissimo livello, per di più lungo e partecipato, sulla situazione della politica italiana, tra Europa e richieste di autonomia, sul ruolo centrale degli italiani all’estero e sull’associazionismo al di fuori dai confini nazionali, il tutto in un’ottica di promozione del “sistema Paese”.
All’happening di Zurigo hanno partecipato esponenti politici di spicco ed elementi di punta dell’associazionismo tricolore, ovviamente sotto la moderazione del presidente del neonato sodalizio, l’analista finanziario Andrea Schenone.
“Swiss Federalism”, che ha sede a Gommiswald, nel Cantone San Gallo, è un’inedita associazione di diritto elvetico che mira a promuovere il federalismo svizzero e il sistema economico e politico confederale a livello internazionale.
Paolo Borchia e Bruno Galli sul federalismo
L’europarlamentare Paolo Borchia ha parlato della dicotomia tra sovranismo, globalismo transnazionale e principio di autodeterminazione, citando il padre storico del pensiero federalista, Carlo Cattaneo, e illustrando ai presenti le dinamiche dei vari gruppi in seno al Parlamento Europeo.
Il professor Stefano Bruno Galli, docente di Storia delle Dottrine Politiche e Teorie e Storia della Democrazia nella Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Milano, nonché Assessore all’Autonomia e alla Cultura della Regione Lombardia, da molti ritenuto l’erede intellettuale dell’insegnamento di Gianfranco Miglio, collegato in videoconferenza dal “Pirellone”, ha parlato della crisi sistemica in atto e fornito una lectio magistralis sull’autonomia e i principi che ne sono alla base.
Un regionalismo differenziato da conquistare
Il professore ha poi sottolineato il problema storico sorto in occasione della nascita del Regno d’Italia, scaturito dalla scelta di applicare un sistema centralista anziché federalista.
Il Paese è oggi confrontato con una crisi sistemica che viene da lontano e anche dagli ostacoli politici e burocratici che si frappongono alla richiesta di autonomia delle Regioni: vincoli che vengono da molto lontano e che vanno superati con strategie adeguate (ad esempio, con la devoluzione di alcune competenze all’interno delle materie oggetto dell’autonomia).
L’ultima parola è sempre dell’economia
Stefano Gualandris, imprenditore nel settore aerospaziale, già consigliere giuridico ed economico dell’ex Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Giancarlo Giorgetti, ha spiegato il ruolo dell’affascinante settore negli attuali e nei futuri giochi di potere della politica estera.
Christian Girardi, fondatore del “Global Forum Südtirol”, ha illustrato il proprio “white paper”, scritto insieme a un famoso economista svizzero, sui tre vantaggi competitivi del sistema federalista vigente nella Confederazione: la democrazia diretta, la concordanza (inclusiva dell’80 per cento dei partiti nel sistema di governo) e il sistema elettorale doppio proporzionale, rispettoso delle realtà territoriali.
Emanuele Gargiulo, economista di formazione della London School of Economics, in un intervento molto apprezzato, ha parlato degli squilibri portati dall’euro, nel filone degli insegnamenti dei due Premi Nobel Paul Krugman e Joseph Stiglitz veicolati in Svizzera negli ultimi anni, sui danni fatti all’Italia dall’introduzione dell’Euro come valuta e della necessità di una diminuzione delle tasse per far ripartire l’economia locale e di ridiscutere i trattati con l’Europa.
La “vexata quaestio” dei corsi di lingua
Nella parte dedicata all’associazionismo italiano, sono intervenuti Enzio Bertola, rappresentante dell’ASDLI, che ha sottolineato gli interventi del proprio gruppo per la tutela della lingua italiana, parlata oggi non soltanto in Ticino (circa 300mila persone), ma ormai molto di più in tutto il resto della Confederazione Elvetica (circa 800mila persone).
Ha poi citato le tante iniziative del basso, delle gravi mancanze di Palazzo Chigi nel finanziamento dei corsi di italiano e della necessità di rapportarsi maggiormente con il Governo svizzero, in particolare con le forze politiche di Centrodestra.
Dalle radici europee al “caso” INCA CGIL
Andrea Masciave, presidente della associazione “Pro Europa Una”, ha raccontato come il Vecchio Continente vada ricostruito dal basso e dalle sue radici comuni (il cristianesimo, la cultura greca e romana e così via), che sono state tradite da una costruzione partita dall’alto, e ha mostrato con un’accurata presentazione come il suo gruppo agisca concretamente in questa direzione.
Marco Pietro Tommasini, portavoce nell’occasione del “Comitato Difesa Famiglie”, ha illustrato alcune slides sullo scandalo delle vittime italo-svizzere dei patronati INCA CGIL, delle gravissime omissioni, dei silenzi e delle probabili complicità politiche in Svizzera in questa opaca vicenda, di cui si aspettano alcuni pronunciamenti giudiziari.
Una soluzione che si sarebbe potuta trovare molto prima dell’intervento della legge, con un accordo tra tutte le forze politiche per far fronte alle legittime esigenze dei cittadini.
È tutto da rivedere il ruolo dei COMITES
Gerardo Petta, consigliere del COMITES di Zurigo, ha espresso le proprie perplessità sul sistema di elezione dei Comitati degli Italiani all’Estero, che porta a votare soltanto un 3 per cento degli aventi diritto, e della necessità di una riforma complessiva del sistema di rappresentanza al di fuori dei confini nazionali (gli eletti in Parlamento, i menzionati COMITES e il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero).
In particolare, dalla discussione è venuta fuori la totale assurdità del taglio degli eletti all’estero al Senato e alla Camera in un contesto storico di esodo di massa degli italiani, che esigono maggiore rappresentatività democratica.
È poi scaturita la proposta di tenere le elezioni politiche e dei Comitati degli Italiani all’Estero in contemporanea e di consentire soltanto alle forze politiche rappresentate in Parlamento di avere consiglieri nei COMITES…