Debutta il sistema EES alle frontiere Schengen
Impronte digitali, riconoscimento facciale e registrazioni elettroniche per cittadini extra-Ue: più sicurezza e controllo dei soggiorni brevi

La Svizzera ha avviato l’introduzione graduale del sistema elettronico di ingressi e uscite (EES – Entry/Exit System) negli aeroporti che costituiscono frontiera esterna Schengen. A partire dal 12 ottobre 2025, i cittadini di Stati terzi esenti da visto, che desiderano soggiornare fino a 90 giorni nello spazio Schengen, sono registrati elettronicamente all’entrata e all’uscita dal territorio.
Il sistema sostituisce gradualmente la timbratura manuale dei passaporti e permette il calcolo automatico della durata del soggiorno autorizzato. Migliora inoltre l’identificazione delle persone prive di documenti grazie al rilevamento biometrico di volto e impronte digitali. Le autorità competenti per i visti e la polizia possono utilizzare i dati, in condizioni molto restrittive, per prevenire frodi e criminalità grave.
Introduzione graduale in Svizzera e tempi previsti
Gli aeroporti di Basilea e Ginevra hanno avviato il sistema il 12 ottobre 2025, seguiti dall’aeroporto di Zurigo il 17 novembre. Gli aeroporti minori come Lugano, o Berna-Belp passeranno all’EES tra metà novembre 2025 e fine marzo 2026. Durante la fase di avvio, i viaggiatori provenienti da Stati terzi sono invitati ad anticipare l’arrivo in aeroporto per i controlli.
Il sistema nell’UE e negli altri Paesi Schengen
L’EES non riguarda solo la Svizzera: è stato introdotto in tutti i Paesi Schengen, inclusi 25 Stati membri dell’UE più Islanda, Norvegia, Liechtenstein e appunto la Svizzera. In Italia, per esempio, gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa e i porti di Genova e Civitavecchia hanno già iniziato la registrazione elettronica, che dovrà essere completata in tutti i punti di frontiera entro il 10 aprile 2026.
Anche in Germania il sistema è attivo negli aeroporti di Francoforte, Monaco, Berlino-Brandenburgo e Amburgo, oltre che in diversi valichi terrestri con Polonia, Austria e Svizzera.In Norvegia, l’EES è operativo negli aeroporti di Oslo Gardermoen, Bergen e Tromsø, e nei porti che collegano il Paese con la Danimarca e la Svezia.In Portogallo, i chioschi di registrazione sono stati installati negli aeroporti di Lisbona, Porto e Faro, con estensione prevista anche ai porti turistici dell’Algarve entro fine 2025.
Il sistema prevede la registrazione biometrica dei dati dei passeggeri — volto, impronte digitali e, in alcuni casi, scansione dell’iride — insieme ai dati del passaporto. Ogni cittadino extra-Ue deve registrarsi al primo ingresso attraverso terminali automatici appositi, rispondendo a quattro quesiti obbligatori. I dati sono custoditi dall’agenzia EU-LISA, con sede a Tallin, e restano archiviati per tre anni. I minori di 12 anni sono esentati.
Paesi membri UE nello spazio Schengen
Questi Stati membri dell’UE hanno abolito i controlli alle frontiere interne e partecipano al sistema Schengen:
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Austria
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Belgio
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Bulgaria
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Croazia
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Repubblica Ceca
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Danimarca
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Estonia
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Finlandia
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Francia
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Germania
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Grecia
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Ungheria
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Italia
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Lettonia
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Lituania
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Lussemburgo
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Malta
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Paesi Bassi
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Polonia
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Portogallo
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Romania
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Slovacchia
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Slovenia
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Spagna
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Svezia
Paesi non UE nello spazio Schengen
Questi Paesi non membri dell’UE partecipano comunque a Schengen:
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Islanda
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Liechtenstein
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Norvegia
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Svizzera
Paesi membri UE non nello spazio Schengen
Questi Stati membri dell’UE non partecipano allo spazio Schengen e mantengono controlli alle frontiere interne:
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Irlanda
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Cipro
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Cittadini britannici e altri casi particolari
I cittadini britannici, dopo la Brexit, sono considerati extra-UE e devono sottoporsi al rilevamento biometrico e alla registrazione elettronica dei loro ingressi e uscite nello spazio Schengen, a meno che non dispongano di un permesso di soggiorno valido.
Altri Paesi europei:
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Irlanda: i cittadini irlandesi, essendo membri dell’UE, non devono registrarsi all’EES, ma possono entrare negli Stati Schengen presentando carta d’identità o passaporto e sottoponendosi ai normali controlli riservati ai cittadini UE.
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Albania e Montenegro: cittadini senza visto per soggiorni brevi (fino a 90 giorni ogni 180) devono registrarsi all’EES quando entrano nello spazio Schengen.
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Cipro: pur essendo membro UE, non è ancora in Schengen, ma i cittadini ciprioti non sono soggetti all’EES.
- San Marino e Vaticano: non fanno parte dello spazio Schengen pur essendo enclavi in Italia pertanto i cittadini extra-UE devono seguire le regole italiane per l’EES se entrano nello spazio Schengen passando dall’Italia mentre i cittadini UE/AELS transitano liberamente.
- Andorra: non fa parte dello spazio Schengen e l’ingresso avviene tramite Francia o Spagna quindi i controlli Schengen ed eventuale registrazione EES avvengono al momento dell’ingresso in questi paesi. I cittadini UE/AELS transitano normalmente e i cittadini extra-UE senza permesso Schengen devono registrarsi all’EES all’ingresso in Francia o Spagna.
- Monaco: non fa parte formalmente dello spazio Schengen ma ha frontiere aperte con la Francia quindi ai confini l’EES si applica ai cittadini extra-UE al momento dell’ingresso in Francia e non c’è registrazione diretta a Monaco mentre i cittadini UE/AELS transitano liberamente.
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Obiettivi e sicurezza
L’EES nasce dalla stretta securitaria voluta dalla Commissione Europea e dai governi dei Paesi membri per ridurre la presenza di cittadini irregolari nello spazio Schengen e prevenire possibili minacce alla sicurezza. Secondo Rasmus Stoklund, ministro della Migrazione della Danimarca, il sistema è fondamentale “per impedire ai terroristi e ai migranti irregolari di entrare illegalmente e rafforzare la sicurezza alle frontiere esterne”.
Un passo verso frontiere più sicure e informatizzate
L’EES rappresenta un cambio epocale per i viaggiatori più incalliti: l’addio ai timbri sui passaporti è ormai realtà, mentre la registrazione elettronica e biometrica consente un controllo più preciso dei flussi e una maggiore sicurezza. Il sistema funge anche da preparazione al Patto per il Mediterraneo, che mira a gestire i flussi migratori regolari e irregolari dai porti nordafricani, facilitando l’ingresso legale e bloccando quello irregolare.






