Cambiamenti climatici e conseguenze
L’aumento delle temperature nel tempo sta modificando i modelli meteorologici e sconvolgendo il normale equilibrio della natura. Questo comporta molti rischi per gli esseri umani e per tutte le altre forme di vita sulla Terra.
La crisi climatica ha aumentato la temperatura media globale e sta portando a temperature estreme più frequenti, come nel caso delle ondate di calore ed aumentano l’evaporazione dell’acqua, che, insieme alla mancanza di precipitazioni, aumenta il rischio di gravi siccità.
Le siccità saranno più frequenti e l’aumento delle temperature dell’acqua provocheranno un calo della qualità dell’acqua favorendo la crescita di alghe e batteri tossici, che aggraverà il problema della scarsità d’acqua.
I temporali violenti diventeranno più comuni e intensi a causa delle temperature più elevate, con inondazioni improvvise che dovrebbero diventare più frequenti.
L’innalzamento del livello del mare ridurrà la quantità di acqua dolce disponibile, in quanto l’acqua di mare penetrerà ulteriormente nelle falde acquifere. Ciò potrebbe comportare anche una maggiore intrusione di acqua salata nei corpi idrici dolci, con ripercussioni sull’agricoltura e sull’approvvigionamento di acqua potabile.
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Conseguenze per gli ecosistemi acquatici
Non è un segreto che i cambiamenti climatici abbiano un grave impatto sulla qualità e sull’ecologia degli ambienti acquatici. I ricercatori dell’Eawag hanno rivelato che le risposte umane ai cambiamenti climatici hanno un impatto altrettanto forte sui nostri sistemi idrici, ad esempio nei settori dell’agricoltura e dell’energia idroelettrica.
Quando i termometri in California hanno registrato temperature roventi nell’estate del 2000, anche i salmoni del fiume Klamath ne hanno risentito. La temperatura dell’acqua li ha spinti a radunarsi in numero insolitamente elevato in spazi ristretti, creando la fonte di cibo perfetta per gli agenti patogeni. Allo stesso tempo, gli agricoltori hanno reindirizzato quantità crescenti di acqua verso i loro campi aridi, riducendo il flusso del fiume. Il risultato fu la morte di 70.000 pesci. In seguito è emerso che questa devastante strage di salmoni si sarebbe potuta evitare se gli agricoltori non avessero deviato tanta acqua per irrigare i loro terreni.
In uno studio pubblicato di recente, i ricercatori dell’Eawag hanno dimostrato chiaramente che il cambiamento climatico non è l’unica causa di questi effetti devastanti sugli ecosistemi acquatici. Sulla base di un’ampia ricerca in letteratura e di interviste ad esperti, i ricercatori hanno concluso che il modo in cui l’uomo risponde al cambiamento climatico è altrettanto cruciale, come esemplificato nel caso della California: intensificando l’irrigazione delle colture o passando a varietà più resistenti alla siccità.
Gli effetti indiretti del cambiamento climatico sono spesso sottovalutati
Da tempo siamo consapevoli dell’impatto diretto dei cambiamenti climatici sui sistemi naturali di acqua dolce. Ad esempio, aumenta in modo sproporzionato la temperatura degli ambienti d’acqua dolce nelle regioni montane. Ma cambia anche la portata e i tempi di drenaggio dei corsi d’acqua, a causa dell’aumento della siccità estiva e del continuo scioglimento dei ghiacciai. Questo non minaccia solo gli habitat della vita acquatica e la loro biodiversità. Anche circa 1,5 miliardi di persone che dipendono dalle risorse idriche di queste regioni montuose soffriranno se la qualità e la quantità dell’acqua potabile peggioreranno.
D’altra parte, gli impatti di queste misure indirette, cioè la risposta umana ai cambiamenti climatici, sono poco studiati in confronto. Nel contesto degli scenari idrologici “Hydro-CH2018” del Centro nazionale per i servizi climatici NCCS, i ricercatori dell’Eawag, sotto la guida di Christian Stamm (capogruppo dell’Eawag) e Florian Altermatt (capogruppo dell’Eawag e professore associato all’Università di Zurigo), hanno confrontato gli impatti diretti e indiretti sulla qualità e sull’ecologia dei corpi idrici. Hanno scoperto che gli impatti indiretti del cambiamento climatico possono non solo aumentare gli impatti diretti, ma addirittura superarli nel breve termine.
Uno dei fattori principali, oltre all’agricoltura, è l’energia idroelettrica. La Svizzera, che si sforza di diventare neutrale dal punto di vista climatico entro il 2050, sta portando avanti il passaggio alle energie rinnovabili, che include l’espansione dell’energia idroelettrica. Ma le buone misure per contrastare i gas serra hanno spesso un impatto negativo sui sistemi idrici. Ecco cosa dice Morgane Brosse, biologa evolutiva e prima autrice del documento di ricerca dell’Eawag: “Quando meno acqua scorre a valle delle centrali idroelettriche, il fiume si riscalda e c’è il rischio che il suo letto si prosciughi in alcuni punti. Le dighe o le centrali idroelettriche lungo i fiumi spesso formano barriere che ostacolano la migrazione degli organismi acquatici”. Secondo il ricercatore, questo crea a sua volta condizioni favorevoli alle malattie e riduce la diversità genetica, entrambi fattori che sono già una spiacevole conseguenza diretta del cambiamento climatico.
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Affrontare insieme il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità
È quindi meglio smettere di adottare misure per contrastare il cambiamento climatico in futuro o quali conclusioni hanno potuto trarre gli autori da questo studio? Brosse: “È innegabile che dobbiamo agire con urgenza per fermare il cambiamento climatico e ridurre il suo impatto diretto su tutti gli ecosistemi. Ma dobbiamo considerare attentamente le conseguenze delle nostre azioni per evitare di peggiorare la situazione”. Per il settore agricolo questo significa, ad esempio, valutare le nuove colture non solo in termini di nicchia climatica e coltivabilità, ma anche in relazione al loro fabbisogno idrico e all’impronta di fertilizzanti o pesticidi sui sistemi acquatici. In particolare, secondo Brosse, si tratta di offrire incentivi all’agricoltura per garantire che le nuove pratiche non abbiano un impatto ancora più dannoso sui sistemi acquatici.
E che dire dell’energia idroelettrica? Brosse risponde: “Promuovere risorse energetiche sostenibili è di fondamentale importanza. Tuttavia, è sempre più evidente che l’energia idroelettrica, sebbene rinnovabile, in molti casi non è sostenibile. Quando si utilizza ogni singola goccia d’acqua, a risentirne è soprattutto la biodiversità. Tuttavia, se fosse possibile ottimizzare l’uso dei bacini idrici in modo che l’acqua immagazzinata non venga utilizzata solo per produrre elettricità ma anche per superare la siccità, questa sarebbe una soluzione vantaggiosa sia per la protezione del clima che per la biodiversità.”
Mare sempre più caldo, cambia la biodiversità marina
I mari si stanno riscaldando anche in profondità e l’aumento delle temperature sta causando drastici cambiamenti della biodiversità marina, dalla scomparsa delle specie più sensibili caratteristiche del nostro mare all’invasione di altre, spesso aliene, che meglio si adattano a un mare sempre più caldo. I cambiamenti climatici rappresentano una grave minaccia per la vita nei mari, comprese le barriere coralline e la pesca, con ripercussioni su ecosistemi marini, economia e società, in particolare quelli più dipendenti dalle risorse naturali.
Con il riscaldamento degli oceani, cambia la circolazione dei mari, cambiano i regimi di evaporazione e, con essi, le precipitazioni sulla terraferma.
Con i cambiamenti climatici, le piante, gli insetti e gli animali si danno all’alpinismo
Mentre il pianeta si riscalda, le specie e la vegetazione si spostano. Nelle Alpi, piante, insetti, uccelli e alberi si adattano e migrano verso altitudini più elevate.
Il segno più tangibile del riscaldamento delle Alpi è probabilmente il ritiro dei ghiacciai e l’aumento delle temperature che comporta lo scioglimento anticipato della neve in montagna e una vegetazione più precoce, così come giornate primaverili sempre più calde che possono perturbare l’equilibrio di flora e fauna.
I cambiamenti climatici si ripercuotono anche sulla salute
Il caldo pesante di questi ultimi anni ha inciso sull’incremento delle malattie cardiovascolari e alla diffusione delle malattie infettive in particolare su due patologie, trasmesse in buona parte da zanzare e zecche, come la febbre dengue e la malaria. Segnalati come in aumento anche dei casi di leishmaniosi e di malattia di Lyme.
L’incidenza di allergie e asma sta anch’essa aumentando poichè l’aumento delle temperature sta portando a dei cambiamenti persino nella fioritura delle piante e nella diffusione dei pollini, con effetti negativi sia per i soggetti sensibili a tali allergeni che per gli asmatici.